Daul critica il Cavaliere. Ma viene «sgridato» da Monti
Alcentro delle polemiche due dichiarazioni rilasciate durante la stessa conferenza stampa a Strasburgo. Nella prima Daul non ha risparmiato un pesante affondo contro il Cavaliere. «Non voglio attaccare tutti i giorni il signor Berlusconi, per far sì che lui possa attaccare questa orribile Europa, questa orribile Merkel, questi orribili francesi, vedete come si comportano. Ora che siamo in campagna elettorale voglio rispettare l'elettore e il cittadino italiano, non ho bisogno di portare un 2-3% in più al populismo». Per rendere ancora più chiaro il quadro, il capogruppo del Ppe ha spiegato che «Il candidato dei Popolari europei è il signor Monti. Ma come sempre il caso in Italia è complicato: abbiamo tre partiti, l'Udc, Monti e il partito Berlusconi, e sono tutti e tre membri del Ppe. Non è il solo Paese in cui c'è questa situazione, abbiamo 52 partiti in 27 Stati membri, questo è il centro-destra». In più ha fatto capire che dopo le elezioni il Ppe aprirà un vero e proprio «fascicolo-Berlusconi» per valutare l'eventuale espulsione del Pdl, anche se «un partito è un partito e un uomo e un uomo». Le sue parole, oltre ad aver causato l'ovvia irritazione in ambienti Pdl, hanno spiazzato lo stesso Monti. E a raccontare la reazione del Prof è stato ancora Daul. Il premier, avrebbe svelato ai cronisti, ha chiamato per dire di non essere rimasto contento delle dichiarazioni della mattina in quanto non vuole essere considerato solo come un candidato del Ppe, essendosi lui presentato come al di sopra degli schieramenti. «Sono stato mal interpretato - avrebbe detto Daul - dai giornalisti italiani. Adesso riascolterò la registrazione ma non credo di aver detto niente di sbagliato. Comunque da ora al 24 febbraio non parlerò più con giornalisti italiani». Prima ancora della precisazione di Daul, come detto, il Pdl era insorto: «Joseph Daul quando si occupa di vicende italiane parla a titolo personale. Né il presidente Martens, né il segretario generale Lopez, né la presidenza del Ppe hanno mai indicato un candidato ufficiale del partito per la presidenza del Consiglio italiano», ha precisato il segretario Angelino Alfano. «È inopportuno che chi come Daul riveste un incarico delicato si produca in maldestre intromissioni», ha attaccato invece il vicecapogruppo al Senato Gaetano Quagliariello. «A che titolo parla il signor Daul? - ha invece chiesto l'europarlamentare Alfredo Pallone - Certo non a nome del gruppo del quale il sottoscritto e tanti altri fanno parte. Sarebbe più elegante lasciare che la campagna elettorale italiana si svolgesse senza intromissioni mediate da altri».