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Niente stop elettorale per il processo Ruby

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No del tribunale ai legali di Berlusconi Boccassini: «Non è candidato premier»

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Nellagiornata di ieri, dopo quattro ore di camera di consiglio, i giudici del Tribunale di Milano hanno respinto l'istanza con cui la difesa del Cavaliere aveva chiesto di sospendere il dibattimento fino al voto di febbraio per motivi elettorali. Ma tale richiesta non è stata accettata. Per il giudice, insomma, non c'è alcun legittimo impedimento . Ieri, inoltre, in calendario era prevista la testimonianza di Ruby. Ma la giovane marocchina Karima El Mahroug, arrivata in tribunale accompagnata dal fidanzato Luca Risso e dal suo legale alla fine non ha deposto: era stata citata come teste dalla difesa dell'ex premier, che ha poi rinunciato alla deposizione. Con l'accordo della pubblica accusa saranno acquisite le dichiarazioni già rilasciate dalla ragazza in sede di indagine. A quel punto Ruby se ne è andata uscendo dal retro del Tribunale ed è salita su un taxi dribblando i giornalisti presenti. «Non è arrabbiata ma è stupita. Voleva essere ascoltata», ha detto il suo avvocato, Paola Boccardi. Secondo i giudici, che si sono richiamati ad alcune sentenze della Corte Costituzionale e al principio di leale collaborazione tra le parti, l'assenza di oggi dell'ex premier dall'aula «dipende da una sua scelta personale perché la partecipazione alla riunione di partito non rientra nell'attività parlamentare. In mancanza di indicazioni di legge – ha spiegato la presidente Giulia Turri, leggendo l'ordinanza – il tribunale non può operare valutazioni opportunità». Per i giudici, inoltre, non ci sono le condizioni per sospendere il processo a causa della campagna elettorale perché Berlusconi non risulta formalmente candidato premier. Le stesse argomentazioni erano state utilizzate poco prima dal pubblico ministero Ilda Boccassini: «Il processo non può essere sospeso per una campagna elettorale. Berlusconi non è segretario politico del Pdl né candidato premier. L'imputato ha scelto ed è un suo diritto di non partecipare alle udienze del processo, se non quando è venuto per dichiarazioni spontanee. Questa richiesta non è una questione di diritto che si deve affrontare in tribunale, ma è una questione di opportunità politica». Il difensore di Berlusconi, l'avvocato Ghedini, aveva chiesto di accogliere un «legittimo impedimento perenne» nei confronti del suo assistito citando la necessità di «evitare strumentalizzazioni». Secondo Ghedini «non c'è volontà dilatoria da parte della difesa» ma solo l'intenzione di scongiurare il «problema mediatico» che si porrebbe se il processo Ruby proseguisse durante la campagna elettorale. Quindi aveva fatto presente al tribunale che una misura analoga è stata adottata in altri processi che si sono celebrati nei confronti del Cavaliere, come i casi Mediaset, Mills e Sme-Ariosto. In particolare, sull'assenza odierma, Ghedini aveva spiegato che «l'impedimento di ieri è relativo alla preparazione delle liste (una riunione dei coordinatori regionali convocata da Angelino Alfano a Palazzo Grazioli alle 11.30 di ieri mattina, ndr), sarà un lavoro complesso, con un'attività molto intensa per quanto riguarda il capo della coalizione». Dopo che il collegio ha respinto la sua istanza, Ghedini uscendo dal tribunale ha commentato: «Con questa decisione il Tribunale è intervenuto pesantemente nella campagna elettorale. Una cosa del genere va a incidere sulla serenità della campagna elettorale stessa». La decisione dei giudici milanesi ha suscitato anche le immediate proteste del Popolo della libertà. «La Procura di Milano e i giudici di Milano, accomunati dallo stesso strumentale e gravissimo intento, ritengono che l'attività del presidente Silvio Berlusconi, in qualità di capo della coalizione, sia meno importante di partecipare a un'udienza», ha commentato il segretario Alfano. «In questo modo – ha aggiunto – appare chiara la volontà di entrare a gamba tesa nella campagna elettorale, condizionandone fortemente gli esiti, per arrivare persino a una sentenza definitiva prima della competizione. È inammissibile quanto si delinea all'orizzonte. Come è inammissibile che la giustizia sia utilizzata a fini politici». Furibondo anche il vicecapogruppo del Pdl al Senato Gaetano Quagliarello: «La Boccassini per opporsi alla sospensione del processo Ruby ha usato lo stesso pretesto con il quale Bersani cerca di sfuggire al confronto tv con Berlusconi. Il caso e la necessità...». Nel corso del dibattimento il pm Boccassini ha chiesto ai giudici del Tribunale di Milano di acquisire la registrazione dell'intervista a Silvio Berlusconi andata in onda l'8 gennaio scorso nel programma «Otto e Mezzo», su La7. In quell'occasione, l'ex premier aveva affermato di non avere mai detto che Ruby era la nipote di Mubarak, all'epoca presidente dell'Egitto. Alla fine dell'udienza di ieri, gli avvocati di Berlusconi hanno chiesto di sentire alcuni testimoni, tra cui George Clooney e Cristiano Ronaldo. Il Tribunale si è riservato di decidere nella prossima udienza prevista lunedì 21 gennaio. Altre udienze sono state fissate a stretto giro la prima il 28 gennaio la seconda il 4 febbraio. A questo punto, la tempistica della sentenza dipenderà dalla decisione dei giudici di accogliere o meno le testimonianze richieste dalla difesa.

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