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Maroni si esalta: «Possiamo vincere. Dipende solo da noi»

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Dopotuttosi tratta di una Regione decisiva sia in chiave locale che nazionale. Si misurerà anzitutto qui la forza del patto tra Pdl e Lega. E, di conseguenza, la debolezza della altre forze in campo. Non a caso ieri si è occupato dell'argomento anche l'ex premier Mario Monti che, ospite di Porta a Porta, ha ribadito il proprio sostegno all'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini. «Credo che la sua presenza - ha spiegato - renda più difficile il successo della Lega, che sarebbe una forte negatività». Di tutt'altro parere, ovviamente, il leader del Carroccio e candidato governatore della Lombardia, Roberto Maroni. «Abbiamo la vittoria in mano - assicura parlando ai suoi militanti -, dipende solo da noi. Il mio obiettivo è quello di superare il 40% per avere il premio di maggioranza e raggiungere così il 60%. Ce la possiamo fare? Io dico di sì. Ci sono tutte le condizioni per vincere e per vincere bene». «La ripresa della Lega e del Pdl - aggiunge - è dovuta soprattutto al voto degli elettori delusi che hanno congelato il loro voto in questi mesi e che stanno tornando perché si convincono delle cose che noi diciamo, delle nostre idee. E anche grazie alle apparizioni televisive di Berlusconi. I delusi della Lega e del Pdl in Lombardia se tornano a votare come nel 2010 ci porteranno ben sopra il 40%». «Noi siamo pronti - prosegue - e lavoreremo al programma nei prossimi due giorni (oggi e dopodomani a Como e Cernobbio, ndr) durante i quali ascolteremo tutte le proposte che ci vengono fatte. Nei giorni successivi mi incontrerò con gli alleati del Pdl e tutti gli altri per scrivere il programma che presenteremo assieme alle liste il 25 gennaio. Gli alleati ci sono, servono per vincere ma non basta per vincere bisogna farlo sulla base di un programma condiviso e questo c'è». Poi una stoccata ad Albertini: «Penso che abbia perso la testa per dire una cosa del genere. È incommentabile». Riferimento alle parole con cui lo sfidante, domenica, aveva attaccato l'ex governatore ed ex compagno di avventura. Ma proprio Albertini spiega che, per lui, la polemica è chiusa: «Ho solo voluto sottolineare il fatto che è meglio che lui non parli di poltrone perché ha solo da perdere. La mia replica non era una minaccia ma un avvertimento pubblico di essere un gentiluomo come abbiamo deciso di rimanere». Dal canto suo Formigoni confessa di non aver capito le parole dell'ex sindaco di Milano e, anche lui, evita di proseguire la polemica. Resta così senza risposta la richiesta del candidato del centrosinistra Umberto Ambrosoli che ieri mattina aveva invitato Albertini a parlare chiaro e presto. Su questo fronte, intanto, si registra un piccolo caso. Gli ex leghisti Giancarlo Pagliarini e Alessandro Cè hanno infatti annunciato che sosterranno Ambrosoli. Una scelta che Maroni commenta con una battuta: «Deve venire a prendere in casa nostra per avere persone candidabili». Poi il leader del Carroccio sfida gli avversarsi ad un confronto televisivo: «Mi piacerebbe un confronto televisivo per chiedere ai miei avversari se sono o meno d'accordo con il mio programma che prevede di trattenere al Nord il 75% delle tasse pagate. Mi piacerebbe sentire la loro opinione, se sono d'accordo o no. Io sono sempre disponibile a discutere e a confrontarmi sulle idee e sulle proposte io ne ho di fortissime e mi piacerebbe sentire se i miei avversari ne hanno altrettante e cosa ne pensano».

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