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La rivincita di Grillo sul «dissidente»: Favia come Cetto Laqualunque

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i.Ora si gode una vittoria, forse imprevista e rapida come non avrebbe mai detto. Favia, da sempre uno dei consiglieri 5 Stelle più seguiti, «espulso» dal comico genovese, si candiderà con Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia. Aveva ragione Beppe, dunque. L'aveva ipotizzato lui stesso per primo. Aveva spiegato che erano «alla scadenza del secondo mandato» che, per le regole del MoVimento, non potevano ricandidarsi. Aveva detto: «Gli ho fatto un favore», facendo intendere che avrebbero trovato asilo negli altri partiti, quelli criticati continuamente dagli attivisti 5 Stelle. Così è stato. Ieri su Twitter Grillo ha rilanciato un video che ha fatto il giro del web. «Le perle di Giovanni Favia» l'ha intitolato. Sotto una finta locandina c'è scritto «Favialaqualunque», nella foto c'è il consigliere nelle vesti del celebre personaggio di Antonio Albanese. Il filmato, che dura un minuto, ripropone una vecchia intervista in cui Favia si scagliava contro Antonio Di Pietro che proponeva un'alleanza al MoVimento 5 Stelle. In tutti i partiti «ci sono dei vigliacchi che si fanno prendere dal potericchio che dà alla testa, che cercano della visibilità personale», diceva. Ma alla fine «questi si autoescludono perché contano i fatti», aggiungeva Favia. «Come no», è il commento dell'autore del video che alla fine pubblica una finta foto segnaletica in cui Favia, di fronte e di profilo, tiene in mano cartelli con su scritto «Addomesticato dalla casta» e «Imposto dall'alto». Su tutto un finto logo «Rivoluzione civile. Ingoia». Favia protesta: «Ieri volevo caricare un video per rispondere alle bugie e alle manipolazioni messe in rete scientificamente sul mio conto e condivise con gran velocità. Ho caricato il video sul mio canale Youtube ma quando sono andato a vederlo non l'ho trovato, al suo posto un messaggio che mi avvisava dell'impossibilità di caricarlo perché troppo lungo». Il consigliere parla di «macchina del fango». Poi aggiunge: «Il mio account ha sempre avuto la possibilità di caricare video molto più lunghi. Era importante per me: in quel video spiegavo le bugie che circolano sul mio conto in questi ultimi giorni, ma il mio account è passato a "cattiva reputazione" grazie alla segnalazione di violazione di copyright da parte dello staff di Beppe Grillo per un video di qualche mese fa. Violazione inesistente. La ritengo un tentativo di censura che segue la macchina del fango messa in moto contro di me».

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