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Berlusconi frena l'eccesso di ottimismo.

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Inumeri «buoni» in realtà, stando ai sondaggi, sono quelli della prima parte del suo discorso. Nella rilevazione fatta nella trasmissione «Porta a Porta» il 7 gennaio da Euromedia Research, la coalizione di centrodestra è accreditata del 30,7% dei voti, mentre l'alleanza guidata da Bersani si ferma al 38,3%. Ma in quel sondaggio si vede soprattutto quanti consensi è riuscito a recuperare Berlusconi al Pdl da quando ha deciso di scendere di nuovo in campo. Un sondaggio del 16 novembre, fatto per La7 da Emg srl sulle intenzioni di voto alla Camera – quando il Pdl stava ancora discutendo se fare o no le primarie e Berlusconi si era rifugiato ad Arcore con l'idea di creare un movimento alternativo al Popolo della Libertà - il Pdl era al 16,7%, la Lega al 6,5% e il Partito Democratico al 29,8%. Due mesi dopo, con la martellante campagna elettorale del Cavaliere, iniziata a metà dicembre, il Pdl è volato avanti di ben 4 punti percentuale, arrampicandosi fino al 20,5 per cento. Se si aggiunge anche Fratelli d'Italia, la costola nata proprio dal Popolo della Libertà, che «vale» l'1,8%, il Cavaliere è risalito di quasi 6 punti. In compenso, rispetto al sondaggio de La7, lascia sul campo qualcosa la Lega, che in due mesi è scesa al 5,7%. La «risalita» di Berlusconi ha un andamento abbastanza costante. In una rilevazione del 17 dicembre fatta dall'istituto Ipsos per la trasmissione di Rai3 «Ballarò» il trend è già positivo. E Berlusconi era tornato in televisione solo da un paio di giorni dando il benservito all'ipotesi di Monti a capo di una coalizione di moderati. Il Popolo della Libertà è salito al 18 per cento mentre la Lega registra un vistoso calo, scendendo al 4,6%. Anche se i due partiti non avevano ancora firmato il patto di alleanza. In quel momento, però, il centrosinistra registra il suo maggior vantaggio nei confronti di Berlusconi: il Partito Democratico è addirittura al 36,3%, Sinistra Ecologia e Libertà di Vendola al 5,8%, i socialisti (che ancora erano fuori dalla coalizione) allo 0,6%. Tutti insieme raggiungono il 42,7%, una vetta mai più toccata rispetto al centrodestra. E che questa sia una «fotografia» reale della situazione lo conferma il fatto che appena una settimana prima il sondaggio fatto da Ispo ricerche per la trasmissione «Porta a Porta» conferma quei dati: il Pdl è al 17,5%, il Pd al 35,3%, la Lega Nord leggermente al di sopra, al 6,2%. Ma il risultato finale delle coalizioni è lo stesso, con un distacco di quasi 12 punti. Andando ancora indietro, il 24 novembre, in un sondaggio sempre per la trasmissione «Porta a Porta» si vede come il Pdl fosse ancora inchiodato al 16,5% e la Lega «tenesse» ancora i suoi voti, sfiorando quasi il 7% (6,8%). Dunque l'«effetto» Berlusconi si è sentito eccome. Ma i dati dei sondaggi degli ultimi due mesi smentiscono anche le parole di Pier Ferdinando Casini che ieri ha spiegato così il recupero di consensi del Cavaliere: «Se Berlusconi rimonta vuol dire che qualcuno cala. Noi saliamo, quindi se Berlusconi rimonta vuol dire che prende a sinistra». In realtà l'Udc non è affatto in crescita. E i voti del centrosinistra sono invece stati «rubati» dalla nuova Lista di Mario Monti. Il partito dei centristi nella rilevazione del 24 novembre per «Porta a Porta» è al 5%, un dato «fisiologico» per l'Udc. Il 12 dicembre, in un sondaggio sempre della trasmissione di Bruno Vespa, Casini è sceso al 4,7%. A prendergli voti, probabilmente, la nuova lista di Montezemolo, Italia Futura, accreditata dell'1,5%. Nell'ultima rilevazione, ancora una volta di Euromedia Research, quella della trasmissione del 7 gennaio, l'Udc è calata ancora, arrivando al 4%. Mentre la Lista civica di Mario Monti è al 5%.

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