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Luigi Frasca Le coalizioni che sostengono Mario Monti e Pier Luigi Bersani hanno già presentato al Viminale simboli e alleanze.

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Sonostati già consegnati i simboli di Fratelli d'Italia e Grande Sud, ma non è chiara l'autenticità del simbolo «Grande Sud» che propone il calabrese Marco Lucio Papaleo come capo della coalizione. Al Viminale si è presentata una quarta coalizione che sostiene Ottavio Pasqualucci con i simboli «Partito cittadini», «Lega centro», «Forza Roma», «Forza Lazio», «Viva l'Italia», «No Gerit Equitalia», «Mondo anziani», «No alla chiusura ospedali», «Dimezziamo lo stipendio ai politici». Ma non è tutto. È variegato e diviso il mondo dell'ultra destra che si candida alle elezioni politiche del 2013. Tra i simboli presentati, non coalizzati tra loro, ci sono: Movimento Sociale Fiamma Tricolore, Alba Dorata, Forza Nuova, Msi-Dn, Casapound Italia, Movimento Idea Sociale. I rispettivi leader sono Luca Romagnoli, Bruno Berardi, Roberto Fiore, Maria Cannizzaro, Simone Di Stefano, Raffaele Bruno. Il minimo comun denominatore di molti di questi programmi è una stretta sull'immigrazione, più o meno drastica, e un allontanamento dalla Nato. Alcuni chiedono che l'Italia sia più vicina alla Russia. C'è anche il simbolo di «Alba dorata» tra i contrassegni che sono stati presentati ieri mattina al Viminale. Il partito che si ispira al movimento estremista greco si presenta sia per il Senato che per la Camera nelle circoscrizioni di Lazio e Piemonte. Ovviamente non poteva mancare il «Movimento bunga-bunga». A capo della singolare lista un torinese, Marco Di Nunzio, con un programma che tra le altre cose mira all'abolizone dell'Imu, al riscatto della sovranità monetaria e alla cancellazione del debito pubblico. Il «Movimento bunga-bunga» punta all'uscita dall'area euro del nostro Paese, al grido «Con la lira si stava meglio». Altro obiettivo, sul fronte dei costi della politica, l'abolizione di Regioni, Province, società partecipate a municipalizzate. Ma si accende lo scontro anche sulle liste civetta. SOno tre i simboli «clonati»: quello di Scelta Civica di Mario Monti, molto simile al logo utilizzato da un certo Samuele Monti, che riporta il nome Monti in basso con la scritta «Per l'Europa» in alto, quello di Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia, e il MoVimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Tra i simboli presentati, infatti, ce n'è uno con la stessa scritta (stesso carattere) e le 5 stelle in mezzo. Unica differenza l'assenza dell'indicazione del blog del comico genovese. Proprio lui tuona: «Chiunque abbia gestito l'Italia nei secoli, dai Romani a i Goti, dai Longobardi agli Spagnoli, dai Borboni ai Savoia, si vergognerebbe di fronte a un simile spettacolo». Ma ora bisogna attendere la decisione del Viminale. In ogni caso la legge elettorale, all'articolo 14, vieta di presentare liste con simboli che possano confondere gli elettori. Così «dovremo aspettare martedì pomeriggio - afferma Grillo - per sapere se il M5S parteciperà alle elezioni. In caso della presenza di un simbolo confondibile non parteciperemo. Questa è l'Italia che non c'è più, che non ci appartiene, che va cambiata dalle fondamenta». E se la fondatrice di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, spiega che «taroccare il simbolo del Movimento 5 Stelle per impedire a Grillo di correre è una porcata che mi auguro non sia consentita», il padrone del logo uguale a quello del «non partito» si difende. Si chiama Massimiliano Foti, ha depositato il simbolo M5S prima degli esponenti del movimento di Grillo. L'ex grillino in un'intervista a Lasiciliaweb, commenta: «In rete è stato detto di tutto contro di me ma Beppe sa bene chi sono e questo tentativo di gettare discredito sulla mia attività politica, iniziata con i meetup nel 2005, è vergognoso».

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