Un sondaggio di SkyTg24 rivela che il 54% degli italiani vedrebbero di buon occhio un governo targato Bersani-Mont
Macol passare dei giorni questa possibilità, auspicata più volte da parte dei Democratici, sembra avere sempre meno estimatori a via del Nazareno. La freddezza nei confronti del Professore aumenta via via che il premier perfeziona la sua campagna elettorale e non riparmia attacchi al partito che più convintamente ne ha sostenuto l'azione di governo. E se Bersani da un lato continua ad assicurare che, se sarà lui a vincere le elezioni, la prima cosa che farà sarà aprire un dialogo coi moderati, dall'altro non manca di sottolineare tutti gli errori che Monti avrebbe fatto da presidente del Consiglio. Fino a supporre che la gestione dei conti fatta nei tredici mesi di esecutivo tecnico non sia stata del tutto chiara e che occorra verificare che «non ci sia un po' di polvere sotto il tappeto». L'accusa arriva nel corso dell'intervento del leader dei Democratici a Radio Anch'io. «Nel 2013 dovremo valutare se l'obiettivo di pareggio di bilancio sia stato raggiunto o meno - attacca il segretario - Vedremo quanta polvere è stata messa sotto al tappeto, bisognerà fare il punto della situazione. Siamo usciti dal baratro, ma non abbiamo risolto tutto. Il 2013 sarà un anno ancora difficile». «Per esempio - continua Bersani - siamo sicuri che il campo degli ammortizzatori in deroga è coperto finanziariamente, così come le missioni all'estero? Lì bisogna fare il punto della situazione». Sono parole che segnano la fine di quell'accordo di non belligeranza che, in realtà, Monti non ha mai rispettato fin dall'inizio della campagna elettorale. E il candidato premier del centrosinistra decide di colpire forte in tutti i punti deboli del governo, esodati e pensioni in primis: «Erano i tempi della tragedia e sono venute fuori queste norme - racconta - ma dal primo momento abbiamo detto che c'era un buco. Abbiamo votato sì sperando di poter convincere nei mesi successivi. Qualcosa abbiamo portato a casa. Ma noi andremo avanti da subito cercando di dare via via soluzione al problema degli esodati, non molleremo la presa fin dal primo giorno». Se errore c'è stato, ha attaccato Bersani, è stato però solo del governo: «Lo stesso ministro Fornero ha detto di essere stata ingannata dai conti fatti dal Tesoro». Uno sbaglio del quale, ora, Monti non sembra volersi occupare: «Nelle famose 25 pagine della sua agenda non ho visto la parola esodati neanche una volta. Noi invece non vogliamo cambiare la riforma delle pensioni - precisa il leader Pd - ma aggiustarla sì. Un tema di flessibilità in uscita e invecchiamento attivo e un incrocio con gli ammortizzatori questo paese dovrà affrontarlo». Bersani non chiude definitivamente la porta all'alleanza post voto: «Anche se mi toccasse il 51% cercherei comunque il dialogo e un accordo con quelle forze che rifiutano il populismo». Ma una cosa il segretario si sente di escludere. La possibilità che Monti vada al Quirinale, che a un certo punto sembrava lo sbocco più naturale dopo il suo anno da premier, con la «salita» in politica è definitivamente tramontata: «Monti si è messo mani e piedi nella contesa e lui stesso ha detto che questo rende più difficile un ruolo di terzietà. Questo sta nell'oggettività nelle cose, non è un'idea mia». Sullo stessopunto converge anche Berlusconi, quasi a formare un'inedita tenaglia che prova a frenare ogni ambizione personale del Prof. Non che per Bersani il Cavaliere sia un nuovo riferimento politico, anzi. «L'ex premier - accusa il segretario Pd - dà la colpa dell'Imu a Monti ma in realtà l'aveva già introdotta lui. E se le tasse sono aumentate è stata colpa di dieci anni di malgoverno del centrodestra». Ma è un'accusa estemporanea. Quasi che, abbandonando per un momento l'antiberlusconismo, il vero nemico da combattere adesso sia un altro. Al punto che, pur di sottrarre più elettori possibili al professore, Bersani sta guardando sempre più al mondo cattolico. E dopo l'infornata di candidati vicini alla chiesa, l'ultimo atto della strategia potrebbe essere un'intervista a Radio Vaticana, con la quale il suo staff starebbe trattando da giorni.