Democratici spaccati su Crisafulli. Della Seta: «Io non incontro i boss»
Dall'altrola pattuglia di ex parlamentari di area montiana esclusi dalle candidature e quindi col dente avvelenato con la Direzione nazionale. E così lo scontro diventa inevitabile. «Ho dato mandato ai miei legali di presentare un'azione nei confronti del Fatto Quotidiano - ha tuonato ieri il politico siciliano - perché le cose che scrivono sono totalmente inventate e non c'è nulla di vero. Non sono mai stato indagato e addirittura la Procura ha chiesto la distruzione delle intercettazioni che mi riguardano». Le polemiche sulla sua candidatura bruciano ancora, ma per Crisafulli si tratta solo «di accuse sterili e complottiste per mettere in imbarazzo me, il procuratore Grasso e Bersani». L'articolo pubblicato giovedì in prima pagina dal Fatto riferiva di presunti rapporti del senatore ricandidato dal Pd con esponenti di Cosa nostra. «L'incontro tra me e il boss Raffaele Bevilacqua c'è stato, io non lo nego e non l'ho mai negato - spiega Crisafulli - ma è stato un incontro che si è concluso con me che mando a quel paese il mafioso dicendogli "non rompermi i cog...". Non so a quanti è capitata una cosa del genere». «La Procura ha archiviato tutto - conclude - Io ho battuto i record mondiali. L'indagine per mafia nei miei confronti si è aperta e chiusa in pochi mesi». Ma le critiche al senatore arrivano dall'interno. Sono i parlamentari uscenti Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, esclusi dalle liste per le prossime elezioni, ad attaccarlo: «Per quanto ci riguarda a noi non è mai capitato di mandare a quel paese un boss per la banale ragione che non abbiamo mai incontrato nè incontreremmo mai un boss mafioso conclamato, tantomeno per informarlo, come fece Crisafulli nell'occasione, che "se quell'impresa vuole quell'appalto deve battere un colpo e deve batterlo forte"». Parole alle quali replica il segretario provinciale di Enna, Vittorio Di Gangi:«Spiace che i senatori Della Seta e Ferrante cerchino di sovvertire le regole della Commissione di Garanzia sulla compatibilità delle candidature con il codice etico del Partito Democratico, con attacchi a 360 gradi sul senatore Crisafulli. In qualità di componente della direzione regionale siciliana sono stanco e stufo di assistere ad attacchi continui contro esponenti del Partito da parte di alcuni soggetti che cercano di affermare dei teoremi su una vicenda che la magistratura ha archiviato».