Critiche e delusione, in tanti rifiutano il corteggiamento del Prof
All'inizialecorsa alla candidatura è subentrato da parte di molti un certo scetticismo verso l'operazione del premier. Sono circa una decina coloro che nonostante il corteggiamento serrato hanno detto no al Prof o rinunciando all'inserimento in lista o preferendo aderire alle offerte di uno dei due poli, soprattutto il Pd.Indubbiamente oltre alla valutazione del progetto montiano deve aver giocato anche il timore di essere inseriti in una postazione a rischio. Le caselle sicure sono state quasi tutte riempite e i sondaggi indicano per il Prof una percentuale ottimistica intorno al 10%. Si è sfilato l'ex ministro del Pdl Franco Frattini che dopo averci pensato su per qualche giorno, tanto da scatenare le ire del partito di Berlusconi, ha deciso di rifiutare l'offerta di Monti anche se ha ribadito di «essere vicino» alla sua Agenda. Pure Giorgio Santini, vice di Bonanni alla Cisl, dopo un marcamento stretto, ha preferito dire sì al Pd che sente vicino per la sua storia personale. Il ministro Corrado Passera, dopo lo strappo causato da una divergenze di vedute con l'Udc sulla lista unica nei due rami del Parlamento, non è più tornato sui suoi passi. C'è poi il mistero del no di Andrea Riccardi che dopo aver lanciato lo scorso novembre il gran rassemblement di centro insieme a Montezemolo, ad Olivero allora ancora presidente delle Acli e al presidente della provincia di Trento Lorenzo Dellai si è defilato. I cattolici del gruppo di Todi sono dell'idea che Riccardi abbia provato a portare tutte le associazioni cattoliche con Monti. Ma, visto il rifiuto incassato nelle ultime ore da molte di queste, si è fatto da parte. Addio al Prof dai ministri del suo governo Corrado Clini, Anna Maria Cancellieri e Fabrizio Barca. Clini ha detto che dall'Agenda «si aspettava di più sulla crescita». Piera Levi Montalcini, consigliere dei Moderati al comune di Torino e nipote del Nobel, ne fa una questione di coerenza. «Ho detto no a Monti perchè i Moderati di Torino sono leali da sempre al centrosinistra». «Resto a sinistra» dice determinato il senatore del Pd Stefano Ceccanti che avrebbe avuto più di un motivo per aderire a Monti dal momento che il Pd ha deciso di non ricandidarlo. Rinuncia alla candidatura Alfredo Mantovano che si era dissociato dal voto di astensione deciso dal Pdl ed era entrato in dissenso con Alfano. Pur avendo «condiviso l'Agenda per l'Italia» ha rifiutato l'offerta di Monti. Salvatore Vassallo critica il Pd ma non per questo se l'è sentita di accettare la mano tesa di Monti. Si dice deluso dal Prof Santo Versace, deputato del Gruppo Misto: «Vedo emergere, in chi dovrebbe interpretare la nuova politica, vecchie logiche spartitorie». L.D.P.