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Scalata Unipol a Bnl. L'appello ribalta tutto

L'ex governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio

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Non ci fu un patto «fuorilegge» tra i contropattisti e Unipol per conquistare Bnl ai danni della concorrente spagnola Bbva nell'estate del 2005, e neppure una «regia» dell'allora governatore di Bankitalia, Antonio Fazio, in difesa dell'italianità delle banche. Al processo d'appello sulla tentata scalata di Unipol a Bnl, è stato «cancellato» a tutti gli imputati il reato di aggiotaggio, facendo cadere undici delle tredici condanne inflitte in primo grado. Un verdetto inatteso ribalta la sentenza pronunciata dal Tribunale il 31 ottobre scorso, accolto da manifestazioni di gioia da parte degli avvocati. La vicenda risale a sette anni fa, l'estate dei cosiddetti «furbetti del quartierino». Il 15 dicembre 2005 Giovanni Consorte risultò indagato dalla procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta sulla scalata, e il giorno seguente si venne a sapere che sul registro degli indagati c'era anche l'allora governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio. Entrambi si dimisero e il 10 gennaio 2006 la Banca d'Italia bloccò l'Opa. All'inchiesta di Roma se ne affiancò un'altra della Procura di Milano che il 19 dicembre 2007 portò a un avviso a comparire per Fazio perché l'ex Governatore e il suo allora capo della Vigilanza, Francesco Frasca (assolto in primo grado) avrebbero «in violazione dei doveri d'ufficio istigato, promosso e assecondato la condotta» degli ex vertici di Unipol, Giovanni Consorte, Ivano Sacchetti, Carlo Cimbri e dell'ex ad di Bpi, Giampiero Fiorani. Le uniche condanne confermate dalla Corte d'appello di Milano sono per l'ex presidente di Unipol Giovanni Consorte e l'ex vicepresidente Ivano Sacchetti, che erano accusati anche di ostacolo alle autorità di vigilanza e insider trading. I giudici hanno però ridotto la pena rispettivamente a un anno e sette mesi (tre anni e dieci mesi in primo grado) e a un anno e sei mesi (tre anni e sette) annullando le sanzioni pecuniarie a carico dei due manager, 1.3 milioni di euro e 1 milione di euro ciascuno. Unipol, che in primo grado era stata condannata a pagare una multa di 720mila euro, ha visto la sua sanzione ridotta al pagamento di 420mila euro. Oltre a Fazio, con la formula del «non avere commesso il fatto», sono stati assolti tutti i contropattisti, Vito Bonsignore, Danilo Coppola, Ettore e Tiberio Lonati, Stefano Ricucci e Giuseppe Statuto. In primo grado erano stati condannati a tre anni e sei mesi e al pagamento di 900mila euro. Assolti anche il banchiere Guido Leoni (Bper) e l'imprenditore bresciano Emilio Gnutti (anche per loro in primo grado condannati a tre anni e sei mesi). Come conseguenza dell'assoluzione di Leoni e Gnutti sono state revocate le sanzioni pecuniarie nei confronti della Banca popolare dell'Emilia Romagna (270mila euro in primo grado) e di Hopa (400mila euro in primo grado). Revocata anche la provvisionale di 15 mlioni che, stando alla sentenza di primo grado, gli imputati avrebbero dovuto versare a BBVA. Gli spagnoli dovranno pagare le spese processuali. Gli avvocati della difesa hanno dato alla sentenza un significato che va al di là del processo. «Senza l'intervento della magistratura, le cose sarebbero andate diversamente», le parole di Marco Di Luca, legale di Gnutti, con riferimento alla circostanza che Bnl è stata poi acqusitata da BnpParibas, «determinando una perdita micidiale per l'economia italiana».

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