Monti: una lista al Senato e coalizione alla Camera
Un'unica lista al Senato «che potrebbe provvisoriamente chiamarsi Agenda Monti per l'Italia», mentre alla Camera ci saranno più liste, una coalizione di cui il premier dimissionario sarà la guida. Dopo un vertice di quattro ore con Casini, Riccardi, Fli e le Acli, Monti convoca la stampa al Senato e annuncia la sua road map. Il progetto fino a qualche giorno fa fumoso ora è chiaro. Mancano solo i nomi dei candidati, ma è questione di ore. Il premier è stato sottoposto a un autentico pressing affinché rompesse gli indugi e decidesse di giocare in prima persona la partita delle prossime elezioni politiche. Il vertice si è svolto non più nella sede di Sant'Egidio, secondo le voci che si erano sparse alla vigilia, ma in una sala messa a disposizione in un convento di suore che si trova al Gianicolo. Al vertice hanno preso parte Casini, per il Terzo Polo Linda Lanzillotta con Benedetto Della Vedova di Fli, ma anche Nicola Rossi, gli europarlamentari Mario Mauro e Pietro Ichino che provengono dalle fila rispettivamente del Pdl e del Pd, ma c'era anche il presidente della Provincia di Trento Dellai, l'ex presidente delle Acli Andrea Olivero. Il primo nodo da sciogliere era come presentare lo schieramento montiano: la scelta è ricaduta sulla lista unica al Senato, provvisoriamente denominata Agenda Monti per l'Italia. «Il riferimento non è tanto alla mia persona, che c'è e s'impegna, ma al programma che insieme abbiamo elaborato», ha spiegato Monti e ha precisato che invece «alla Camera ci saranno più liste». Il consenso si sta allargando a macchia d'olio. «Altre adesioni stanno pervenendo in queste ore» ha detto il Prof e poi ha scandito quello che tutti attendevano da giorni, ovvero che «è nata una nuova formazione politica». La scelta di presentare più liste, ha spiegato che è stata motivata dal «rifiuto del personalismo in politica», pensando invece che fosse «più opportuno e più significativo avere una lista dell'Udc, una forza politica che ha visto per prima i limiti del bipolarismo combattivo». Oltre all'Udc alla Camera si presenteranno altre liste e una lista civica. «Ci sarà una coalizione di queste liste», ha spiegato. Poi ha detto chiaro e tondo che potrebbe essere designato come «capo della coalizione». Nella coalizione ci sarà anche Futuro e libertà, che, ha sottolineato il Prof «insieme ad altre formazioni ha appoggiato lo sforzo degli ultimi 13 mesi». Della scrematura delle liste, fatta con «standard e criteri esigenti» si occuperà Monti in persona che si avvarrà dell'aiuto di Bondi alla quale aveva già affidato il delicato compito della spending review. «Non sono l'uomo della provvidenza ho fatto lavorare insieme forze che non lo avevano mai fatto in passato. In questo periodo non ho mai pensato di creare un partito: esiste il mio desiderio di favorire il dibattito politico italiano facendo in modo che le forze politiche si schierino sulle idee e non che io mi schieri a favore o contro qualcuno». Sciolto anche il nodo della terzietà chiamata in causa soprattutto dal Pdl. Monti ha assicurato che «non verrà messa assolutamente in gioco nell'esercizio dei poteri dell'ordinaria amministrazione. Credo di aver dimostrato in questi mesi di essere fuori dalla pressione degli interessi di parte». Poi ha precisato che come senatore a vita «non posso partecipare all'elezione in un collegio alla Camera, né posso rinunciare all'onore concessomi dal presidente Napolitano». Quindi ha invitato a non avere fretta sui prossimi passi. «Mi viene da dire Wait and see, aspetta e guarda...». «Non è finita l'emergenza: dopo quella finanziaria abbiamo davanti emergenza dell'occupazione, soprattutto giovanile». Durante il vertice avrebbe detto ai presenti che sua intenzione non è creare una nuova Dc. Un modo per sottolineare ancora una volta che quello di centro moderato è un concetto che al Professore non piace: «Considero questa formazione riformatrice», avrebbe detto, «i conservatori non siamo noi ma altri». Ma durante il vertice si sono fronteggiati, sebbene con toni pacati, anche i sostenitori della lista unica a Camera e Senato con quanti, invece, preferivano la coalizione alla Camera. Come ha spiegato Monti in conferenza stampa, hanno vinto i secondi sebbene tra i primi figurassero nomi eccellenti come il ministro Corrado Passera per il quale sarebbe stato meglio dare un «segno di determinazione e coerenza» con il lavoro fatto fino ad oggi. Con lui erano Schierati Nicola Rossi e Pietro Ichino, oltre al capogruppo di Fli alla Camera Benedetto Della Vedova a cui Monti, sempre in conferenza stampa, ha riconosciuto più volte di essersi battuto per la riuscita del progetto. Contrari alla lista unica a Camera e Senato, oltre all'Udc, anche i «civici» e il ministro Andrea Riccardi. A fine giornata, dopo l'animata conferenza stampa, Monti ha mandato un messaggio sul suo account su Twitter: Ho deciso di salire in politica: sono con gli italiani che vogliono il cambiamento».