Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Tutti a palazzo Madama.

Esplora:
default_image

  • a
  • a
  • a

Iprotagonisti della politica degli ultimi anni insieme ai candidati «eccellenti», quelli che hanno un maggior peso elettorale. Un modo per trascinare le proprie liste e cercare di ottenere i voti necessari – almeno per quanto riguarda Berlusconi – per rendere la Camera alta ingovernabile. Esattamente come è successo con Prodi nel 2006, quando l'allora presidente del Consiglio fu costretto a «ballare» per due anni con i numeri di una maggioranza risicatissima e alla fine arrivò alle dimissioni proprio perché non aveva più i voti necessari al Senato. A palazzo Madama ci sarà sicuramente Pier Ferdinando Casini nella lista unica di Mario Monti. Il leader Udc lascerà al segretario del partito Lorenzo Cesa – che il Professore non voleva assolutamente – la guida dei centristi alla Camera, mentre lui si presenterà capolista in Sicilia e in Campania. Con un obiettivo: dopo aver fatto il presidente della Camera fare anche quello del Senato. Nella stessa aula dovrà confrontarsi con l'ex alleato e da anni avversario Silvio Berlusconi. La scelta del Cavaliere non è stata ancora ufficializzata ma l'intenzione è di candidarsi a palazzo Madama. Sicuramente come capolista in Lombardia dove il Pdl e la Lega si giocano la partita più dura per conquistare una Regione importantissima nell'attribuzione dei seggi: chi vince porta a casa 27 senatori, quasi il doppio rispetto a un'altra Regione come la Sicilia, anche questa fondamentale nello scacchiere del Senato. E a palazzo Madama, dopo un paio di piroette, ci sarà pure Roberto Formigoni, ritornato nelle braccia del Pdl dopo la garanzia di un posto sicuro. Anzi, l'ex governatore ha avuto la promessa di avere un seggio garantito anche per un suo fedelissimo. Ma nella Camera alta siederanno anche, uno accanto all'altro per la prima volta, due senatori a vita che hanno avuto un ruolo di primo piano nell'ultimo anno e mezzo di vita politica: Mario Monti e Giorgio Napolitano. Quest'ultimo darà l'incarico al nuovo governo e poi si dimetterà per lasciare il posto al suo successore al Quirinale. Il Professore sta invece «spingendo» moltissimo per far candidare a palazzo Madama Franco Frattini. Ma l'ex ministro degli Esteri ha pochissima voglia di restare in politica. Dopo aver dato l'addio al Pdl, ha già detto di essere pronto a tornare al suo lavoro al Consiglio di Stato. Aspettando, nel 2014, il posto di segretario generale alla Nato.

Dai blog