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Stefano Ceccanti possibile capolista in Toscana (ma ci sarebbe il veto di «Italia futura»), Luigi Marino di Confcooperative in Emilia Romagna.

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Sifanno poi i nomi del costituzionalista Ainis, degli economisti Alesina e Giavazzi, dello scrittore Nesi. Prende corpo la squadra di Mario Monti. Le trattative sulle candidature sono in corso, entro oggi dovrebbe essere chiusa la lista a Palazzo Madama e quella alla Camera. Il Professore ieri sera ha annunciato le prime scelte e l'intero quadro potrebbe essere illustrato stasera. Oltre ai candidati da schierare al Senato (è sicura anche la candidatura di Mario Mauro che oggi dovrebbe dimettersi da capodelegazione del Pdl nel Ppe), si discute sugli esponenti della società civile da presentare a Montecitorio. Non mancano le tensioni, le pressioni per entrare nelle liste. Si discute anche sui tecnici di area (alcuni lamentano scelte troppo vicine ai centristi), altri protagonisti della partita fanno osservare che il Professore insiste nel cancellare il cosiddetto sistema delle quote. Monti ieri ha lavorato per tutto il pomeriggio a palazzo Giustiniani, insieme all'ex commissario Enrico Bondi. Soprattutto per esaminare i curricula e valutare i profili professionali. I nomi indicati al Tgcom24 sono solo un primo assaggio dei «riformatori» che il Professore intende «mobilitare» per battere la crisi «economica e sociale» che attanaglia il Paese: «Potrei fare altri nomi, ma lascio un po' di suspense» dice rivolto alle telecamere. Perchè la partita con Udc e Fli sulle liste ancora non è chiusa. Dopo l'incontro di lunedì sera, però, prende corpo l'ipotesi di un accordo, almeno a sentire alcune fonti dei partiti: la ripartizione dei seggi nella lista unica del Senato dovrebbe essere quella chiesta da Monti, ovvero due terzi per sè, un terzo per i partiti. Ma in cambio il premier si dovrebbe fare carico di una serie di personalità non legate alla politica indicate dai partiti. Non tutti i nomi nuovi che troverete nelle liste saranno riconducibili a Monti, spiega un politico centrista. Intanto il premier spara le prime cartucce. E dunque «Ilaria Borletti Buitoni, presidente Fai che ha scritto un libro su L'Italia possibile. La cultura salverà il nostro Paese? e ha accettato di candidarsi per togliere il punto interrogativo; poi ci vogliono espressioni dell'industria italiana che innova, e ha accettato Alberto Bombassei, presidente di Brembo; Mario Sechi, direttore del Tempo; e Luigi Marino, tra i promotori del convegno di Todi, e che - fallita l'iniziativa di un lista cattolica - troverà dunque spazio direttamente con Monti. Poi «ci vogliono personalità dell'Italia che vince, con sforzo: la campionessa olimpica di scherma che nonostante continuerà fino alle Olimpiadi del 2016 ha accettato di essere disponibile per un serio impegno». Ovvero Valentina Vezzali, finora avvicinatasi alla politica per un memorabile duetto con Silvio Berlusconi, chez Bruno Vespa: dopo aver elogiato «le persone come lei e come me, che si allenano duramente con sacrifici», e grazie alla quali «sono sicura che l'Italia potrà guardare a testa alta gli altri Paesi», la schermitrice consegna un fioretto con dedica all'allora premier. Battuta di Berlusconi: «Non la toccherei neanche con un fiore». La replica della Vezzali: «Presidente io da lei mi farei veramente toccare...». Con Udc e Fli restano da risolvere però alcuni nodi: appunto la ripartizione dei seggi al Senato, che vede l'Udc ancora battagliera, e il limite dei mandati. Ichino ha anunciato che si è alla stretta finale. «Siamo alle ultime ore in cui questo lavoro può svolgersi perchè domani (oggi, ndr.) le liste devono essere pronte». Ichino spiega che Monti vuole dare «il proprio consenso sul deposito dei simboli delle liste collegate sulla base di una piena conoscenza e vaglio severo dei candidati. Non esiste un problema di quote di senatori di provenienza Udc o FLI o Italia Futura perché non si applicano criteri di quote». Poi annuncia che il 98% delle liste sarà composto da persone nuove, selezionate secondo criteri molto severi. «Le liste di Monti non avranno paragoni rispetto alle altre, saranno le più selezionate secondo la coerenza al progetto Europa. Quello di Monti è un nuovo polo, non centrista, si rivolge a quegli italiani non soddisfatti dalla politica italiana. La crescita sarà continua, nessuno ha la vittoria in tasca, se non saremo i primi saremo i secondi ma non collaboreremo con chi vuole far deragliare l'Italia dalla strategia concordata con l'Europa». L.D.P.

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