«Ti avevo di già comunicato l'ipotesi - che come ti preciserò accoglievo con interesse positivo - di un mio, nostro scegliere la tua coalizione - e la scelta conseguente - per le imminenti elezioni.
Iniziacosì una lunga lettera «urgentissima» di Marco Pannella a Mario Monti. «Temo che tu non sia stato aiutato a valutare pienamente le nostre, mie storie - non solo italiane - e il conseguente valore di quella ipotesi - prosegue Pannella - Tu hai qualificato con un binomio - Europa e laicismo - la tua agenda. Dovresti almeno riflettere sugli "agenti" delle "agende". Sul nostro federalismo militante (al quale Altiero Spinelli - poco prima di lasciarci - pubblicamente e solennemente dichiarò che senza il nostro apporto, che tu ben conosci, in particolare quello di Emma Bonino, sogno e opera comuni rischiavano di esser tragicamente perdenti, persi) non puoi - credo - avere dubbi. Noi li abbiamo avuti - invece - quando di recente tu pubblicamente dichiarasti che "Stati Uniti d'Europa non ci saranno mai e nessuno ne avrebbe sentito la necessità". Siamo certi che in quella occasione la tua affermazione non esprimeva la sostanza delle tue convinzioni, ma - tranne noi - nessuno te ne chiese conto, per chiarire l'equivoco. Anzi, gli spinelliani (?!) del Parlamento europeo, Verhofstadt e Cohn-Bendit, ti applaudirono salutandoti come "un vero federalista al Consiglio europeo!"». La lettera prosegue: «Noi chiediamo, esigiamo - qui ed ora - alle elezioni, così come in ogni momento della nostra vita politica e in quella personale, che l'Italia, questa Italia, esca dalla assoluta flagranza criminale nella quale da decenni e decenni insiste, persevera nei confronti delle giurisdizioni europee, internazionali e - in primissimo luogo - della Costituzione italiana. Non solamente, bada bene, caro Presidente, per i veri e propri aggregati consistenti, terrorizzanti, di shoah italiana, che ormai riguardano centinaia di migliaia di famiglie, di lavoratori, di volontari, di detenuti e detenute (di oltre 31 nazionalità). No, caro Presidente, siamo deplorati - incessantemente e a ritmo sempre più incalzante - non solo e non tanto per queste terrorizzanti carceri, quanto per il massacro (senza precedenti, fascisti, nazisti, comunisti) dell'Amministrazione della Giustizia (che è ormai denegata giustizia) contro lo Stato di Diritto e i Diritti Umani (ripeto: i Diritti Umani) dei residenti nel nostro territorio - infamandolo nella sua Storia! - con i suoi 10 milioni di procedimenti, penali e... "civili". Noi ci "presentiamo" alle elezioni partitocratiche, antidemocratiche, con una "lista di scopo"...La sola riforma strutturale dello Stato, della giustizia, concepita tanto quanto censurata, vietata, ignorata dal popolo e dalla democrazia italiani, è manifestamente, materialmente, quella dell'Amnistia. Riducendo in tal modo a 2 milioni i 5 milioni di procedimenti penali, la "non ragionevole durata" dei processi italiani».