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Rischio «catapultati». Nettuno si ribella a Pier Luigi

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Maanche la speranza che alla fine possa arrivare una sorpresa. Per questo hanno deciso di far sentire la propria voce e di scrivere al segretario del Pd Pier Luigi Bersani. Dopo il «caso Sicilia», anche nel Lazio scoppia la grana dei «catapultati». A protestare, scegliendo di autosospendersi dal partito, sono i rappresentanti, istituzionali e non, del comune di Nettuno. Quasi 50mila abitanti in provincia di Roma, governati da Alessio Chiavetta, 34 anni, sindaco Democratico. È lui a guidare il manipolo di «dissidenti» composto dal presidente del consiglio comunale Nicola Burrini, dall'intero gruppo consigliare guidato da Dandolo Conti, gli assessori Domenico Cianfriglia e Giuseppe Combi, il segretario locale Giacomo Menghini. Lo scorso 30 dicembre erano tutti al lavoro per far svolgere nel miglior modo possibile le primarie per la scelta dei candidati in Parlamento. Uno sforzo ulteriore dopo quello per far vincere a Bersani la sfida con Matteo Renzi. Oggi scoprono che il loro impegno è stato vano. «La scelta dei candidati avvenuta a livello regionale e nazionale - sottolineano in una nota - svilisce il risultato delle primarie. Potevano essere più chiari all'inizio sulle quote di riserva che il segretario nazionale aveva accantonato». Insomma il grande «spettacolo di democrazia», si è trasformato in una trattativa a tavolino con Bersani che ha recitato la parte del leone. Spostando i suoi «preferiti» da un territorio all'altro come pedine su una scacchiera. Inevitabile la retrocessione di chi, invece, ha raccolto preferenze in quelle zone. Che ora rischia di restare fuori dal Parlamento. Da qui la decisione di autosospendersi e di scrivere al segretario. «Di sicuro - si legge nella missiva che oggi Chiavetta porterà a Roma in occasione della direzione nazionale che dovrà dare il via libera alle liste - non ti toccherà questa lettera, visto che le decisioni già sono quasi del tutto prese, ma non potevamo "montianamente silenziarci" su questa situazione. Ci troviamo di fronte ad un quadro totalmente rivoluzionato, le regole, le proporzioni e la rappresentanza territoriale non sono state rispettate. Le speranze di chi ha sacrificato il proprio tempo e i propri soldi sono state nuovamente disattese per garantire chi non ha avuto il coraggio di mettersi in gioco nelle primarie». Ora tocca a Bersani.

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