«L'Imu va modificata Meno Irpef e Iva»
Nellasua lunga intervista a SkyTg24 il premier non ha esitazioni. Annuncia che, in caso di vittoria alle elezioni, ritoccherà l'Imu, dando la maggior parte del gettito ai Comuni. Non solo. Ribadisce di voler abbassare l'Irpef di un punto e congelare l'aumento dell'Iva. Ovviamente dovrà esserci, precisa, il taglio della spesa pubblica. A novembre 2011 la situazione era catastrofica, dice. Invece oggi, salvo imprevisti, non serve una nuova manovra. Ne ha per tutti. Per il Pd e per il Pdl, che hanno annacquato alcune riforme. Ma assicura il confronto sia con Bersani sia con Berlusconi. Non ci sta ad essere considerato «amico delle banche e dei potenti» e non dimentica il caso Alitalia. Si concentra subito sulle tasse: «Vanno ridotte, ma con cautela», spiega, tornando sull'ipotesi di un intervento sulla pressione fiscale che aveva già lanciato nei giorni scorsi. «È da rivedere l'intera struttura fiscale» e «va fatto nell'arco di un po' di anni». La strada per ridurre le tasse, comunque, è quella di «ridurre di più la spesa pubblica». Nel documento in cui ha sintetizzato la sua agenda, che, puntualizza, «non è un programma», ci sono l'ipotesi di abbassare di un punto le aliquote più basse dell'Irpef e di congelare definitivamente l'aumento dell'Iva previsto a luglio prossimo. «Ci sono tutte queste possibilità. Queste e anche di più. Qual è la via maestra? Ridurre la spesa pubblica». Il Professore, quindi, fa riferimento alle resistenze incontrate proprio su questo fronte. «Noi ci siamo messi all'opera ma sulla spending review abbiamo trovato in Parlamento molte difficoltà. Ad esempio, il provvedimento sulle Province non corrisponde a quanto aveva previsto il governo». Altrettanto chiara l'indicazione che arriva sull'imposta più contestata, l'Imu. «Va modificata» e «il gettito va dato maggiormente ai Comuni», dice Monti, puntualizzando ancora una volta che l'Imu «è un frutto del precedente governo». Che pesa sui conti delle famiglie. «Quanto ha pagato di Imu?» gli chiede il giornalista di Sky, Gianluca Semprini. È l'unico passaggio in cui il Professore scricchiola. Se la cava con un «Parecchio ma non ho qui la cifra. Si occupa mia moglie di queste cose». Sembra distante dai cittadini. Poi volta pagina. Conferma l'impegno sulla lotta all'evasione. Ci tiene: «Sono pronto a continuare la battaglia di civiltà», assicura, ricordando che il suo governo ha adottato «misure senza precedenti» contro l'evasione che hanno portato a un gettito «superiore ai 10 miliardi di euro». Prende le distanze dal governo Berlusconi: «A novembre 2011 c'era il rischio che la situazione diventasse tecnicamente catastrofica». Con lo spread sotto i 300 punti, invece, «si risparmiano molti miliardi e questo risparmio va contato sul debito pubblico per gli interessi ma anche su quello privato. Un risparmio che può essere calcolato come superiore al gettito Imu». Insomma negli ultimi tredici mesi la direzione è cambiata. E ora si può pensare di tirare il fiato. Dunque niente manovre aggiuntive, anche se «sarà il nuovo governo a decidere». Le organizzazioni internazionali, ricorda, «ci riconoscono di avere portato il bilancio al pareggio strutturale»; i conti «sono in ordine» e una manovra potrebbe essere necessaria solo «se ci dovessero essere eventi non previsti». Monti replica anche a chi continua a rimarcare la sua «vicinanza» ai salotti della finanza e alle banche. «È uno dei segni di superficialità nel dibattito pubblico». Poi ricorda che «il governo Berlusconi era contro la tassazione delle transazioni finanziarie. L'Italia bloccava la Tobin Tax, io ho cambiato posizione e ora si sta facendo». Infine, una scelta di campo per la politica industriale. «No a posizioni astratte o dogmatiche», anche su Alitalia. Non manca un accenno al cancelliere Angela Merkel. Il Professore ricorda i contrasti, come quello sullo scudo antispread: «Non era abituata». Alla fine le critiche arrivano da destra e da sinistra. «Se il governo avesse seguito le indicazioni dell'Anci l'Imu sarebbe tutta dei Comuni» attacca il segretario generale dell'associazione dei comuni italiani, Angelo Rughetti.