Pdl e il nodo-Lazio Lorenzin favorita
In corsa anche Roberta Angelilli Pressing sulla Matone. Oggi la scelta
Ilnodo-Lazio andrà sciolto al più presto, anche perché dalla decisione del candidato governatore dipende anche la formazione delle liste per il Parlamento e per il Consiglio regionale. In pole position per correre alla successione di Renata Polverini - che dovrebbe essere candidata in Senato - c'è Beatrice Lorenzin, deputata e già portavoce nel 2010 del comitato elettorale della governatrice dimissionaria. Rumors interni al partito danno la sua discesa in campo sicura al 70%. L'antagonista è l'erodeputata Roberta Angelilli, vicina ad Andrea Augello. Ma a favore della Lorenzin concorrono diversi fattori: il forte gradimento del sindaco di Roma Gianni Alemanno e la vicinanza a Silvio Berlusconi e al suo portavoce Paolo Bonaiuti. Sabato Lorenzin e Angelilli hanno avuto un incontro con il Cavaliere che ha assicurato che la riserva verrà sciolta nelle prossime 48 ore. La linea-Berlusconi, in ogni caso, sembra essere stata decisamente stoppata dal Pdl romano e laziale. Il piano dell'ex premier prevedeva l'accordo con la Lega in Lombardia, con La Destra di Storace nel Lazio e con Grande Sud nel Mezzogiorno per blindare la coalizione di centrodestra nelle regioni-chiave per il Senato: Lombardia, Veneto, Lazio, Campania e Sicilia. L'obiettivo dichiarato è rendere un Vitnam Palazzo Madama e frustrare le velleità del candidato premier del Pd Pier Luigi Bersani, rendendo di fatto ingovernabile il Senato, ramo del Parlamento dove il premio di maggioranza è calcolato su base regionale. Lo scorso 31 dicembre Berlusconi aveva dichiarato di apprezzare la candidatura a presidente del Lazio dell'ex governatore Storace: «È un uomo deciso - di ottima esperienza e credo possa fare molto bene». Parole che stridono con quelle pronunciate sempre da Berlusconi venerdì: «Appoggiare Storace? Stiamo ancora vedendo, soffriamo la carenza di un leader convincente». Tra le due dichiarazioni del Cavaliere, una stringata nota del Pdl al termine del vertice in via dell'Umiltà di giovedì scorso: «È stata riffaermata l'esigenza di candidare un esponente del Pdl alla presidenza della Regione Lazio». Diversi i nomi proposti a Berlusconicon un identikit preciso: un candidato donna e del Pdl. Beatrice Lorenzin o Roberta Angelilli, appunto. Ma perché tanto ostracismo verso Storace? Problemi di seggi. Rispetto al 2008 il Pdl risentirà di una forte contrazione di posti. I sondaggi parlano chiaro e danno il partito di Berlusconi al 19% a livello nazionale, ma nel Lazio starebbe addirittura al 14-15%. Un terremoto che vede a rischio tantissimi parlamentari uscenti. Con Storace candidato governatore e svolgendosi le amministrative nello stesso giorno delle politiche, l'effetto traino nel Lazio del voto a La Destra comporterebbe l'ulteriore perdita di un deputato e di un senatore Pdl. Non solo, il Pdl perderebbe anche uno-due seggi alla Pisana. Una tesi suffragata dalla polemica reazione di Storace: «Temono più una nostra affermazione che Zingaretti. Se il Pdl locale si chiera contro Berlusconi è evidente che emerge la faccia tosta di chi reputa che un seggio in Parlamento, il proprio, sia più importante del destino di una Regione». Se dovesse passare la candidatura della Lorenzin, molti esponenti del Pdl non escludono - anzi auspicano - un gesto nobile del leader de La Destra: il ritiro della propria candidatura a governatore che verrebbe ripagata con qualche parlamentare in più, ovviamente non nel Lazio. È evidente, in ogni caso, che la candidatura della Lorenzin - o chi per lei - andrà incastrata con il gioco della formazione delle liste. La linea del partito è di inserire in posizione sicura il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto e quello al Senato Maurizio Gasparri - entrambi eletti nel Lazio - e un esponente per ogni capocorrente locale, riequilibrando il quadro con le candidature in Consiglio regionale, per garantire le componenti deluse. Una matassa complessa che andrà sciolta in questa settimana. Certo la Lorenzin trova un alto gradimento nel partito. «Non c'è nulla di preciso. Si sta facendo una verifica tra tutte le varie ipotesi senza paraocchi, veti o pregiudiziali - frena però Alemanno - Dobbiamo trovare il candidato giusto per innescare la rimonta del centrodestra coinvolgendo tutti coloro che possono concorrervi. Il candidato deve riuscire a interpretare le esigenze della società civile e le spinte migliori della politica. Non è facile in una situazione come la regione Lazio, ma bisogna trovarla». La governatrice Polverini però si sbilancia: «Su Beatrice non c'è nulla di deciso. Lei è stata la mia portavoce in campagna elettorale. Si saprà nel giro di poche ore. Certo nel 2010 abbiamo vinto anche in una grande difficoltà. Quindi, abbiamo lavorato tutti bene. Io sono una donna, e ho sempre sostenuto le donne». Intanto il senatore Stefano De Lillo si propone: «Rinnovo la mia disponibilità a candidarmi per la presidenza del Lazio». Mentre Mario Baccini rompe il fronte, che ieri a Fiumicino ha incontrato a pranzo Storace: «Noi Cristiano Popolari appoggeremmo la candidatura di Storace con molta convinzione e molta lealtà, sperando che sul suo nome possa convergere la totalità delle forze del centrodestra». Su Storace - assicura Alemanno - «non ci sono veti, ma c'è la necessità di scegliere la candidatura migliore per vincere». La decisione definitiva verrà presa oggi, al massimo domani. La Lorenzin resta in vantaggio sulla Angelilli. Anche se Gianni Letta starebbe tentando in queste ore di convincere il magistrato Simonetta Matone ad accettare la candidatura alla Regione senza il paracadute di un seggio parlamentare. La Matone metterebbe d'accordo le diverse anime del Pdl.