Troppi vuoti in politica Chi ha idee batta un colpo
Rischio Dagli schieramenti vecchi e nuovi minestre riscaldate, soliti sistemi e poche novità
Poibasta. La campagna elettorale sembra volere divorziare dai fatti. Vivere in un'altra casa. Hanno tutti imparato quanto conta il marketing politico, ma anche il più smagato e cinico dei markettisti sa che un prodotto ci vuole. Altrimenti si vende il nulla. Ecco un fatto: l'inflazione non è un dramma, non è un'infezione epidemica e può anche essere salutare, se contenuta e in presenza di crescita del prodotto interno lordo, ma noi abbiamo inflazione che accompagna la recessione. Brutta cosa. Bruttissima, poi, se l'inflazione cresce più da noi (3 per cento), che siamo in più lunga e netta recessione, che nell'Eurozona (2,2 per cento), in questo modo dando un ulteriore colpo (nella misura dello 0,8 per cento) alla già declinante competitività. Da dove viene, questo differenziale d'inflazione? Cosa ha portato i prezzi a crescere, nel mentre la produzione decresce? Non ho dati specifici, ma credono che la causa sia il fisco. In due modi: a. direttamente, mediante l'aumento dell'Imposta sul valore aggiunto (Iva), che fa crescere i prezzi al consumo; b. indirettamente, perché l'esagerata pressione fiscale su produttori e commercianti induce a ribaltarne il più possibile sui consumatori. A questo si aggiungano le tariffe amministrate, canone della Rai in testa, con cui chi governa e amministra cose pubbliche mette in conto ai cittadini la propria incapacità di comprimere i costi. Aggiungete a ciò che l'anno appena concluso ha contabilizzato la crescita della pressione fiscale e la contemporanea crescita del debito, ricordando che, secondo i dati dello stesso governo, ciò avverrà anche nell'anno appena iniziato. Ci vuol fantasia, per definirli successi. E veniamo alla politica, mettendo nel conto l'innata faziosità degli italiani, talché se dici di uno ti accusano d'essere al servizio dell'altro. Diciamo di tutti, quindi. Procediamo per ordine di grandezza attuale (parlamentare, non dei sondaggi). Il Pdl: incassa, dal 1994, sotto vari nomi, la maggioranza relativa dei voti, ma è riuscito nel miracolo di tradirne la rappresentanza. Durante i governi di centro destra è aumentata sia la spesa pubblica che la pressione fiscale, vale a dire il contrario di quel che promisero. Certo: la crisi, le condizioni oggettive, le spaccature. Lo so, ma il risultato è misero. Dicono, per il futuro: diminuiremo le tasse. Il tasso di credibilità è zero, se non avranno la compiacenza di dire quali spese tagliare. Fin qui non lo hanno fatto.Il Partito Democratico: si predispone a vincere, il che risponde all'altalena della seconda Repubblica, per cui vince chi perse la volta precedente. Se così andrà saranno 3 a 3. Occupiamoci della palla: anche la sinistra non ha un programma di tagli, ma alimenta la suggestione che si possa rimettersi in carreggiata facendo pagare più tasse a chi ha di più, non escludendo la patrimoniale (che c'è già e si chiama Imposta sul valore degli immobili). Ricetta sbagliata, visti i risultati che produce. In quel modo ci suicidiamo. I "ricchi", poi, altri non sono che il ceto medio. Basta guardare la distribuzione dei redditi. Loro aggiungono: lotteremo contro l'evasione. Ora, a parte il fatto che questa gnagnera stufa, che il moralismo fiscale è recessivo, che le tasse dovrebbero essere più facili, e ribadito che si devono pagare e che per chi evade sono anche favorevole alla galera, sarà bene non dimenticare che esiste pure l'evasione povera, quella dei mercatini e delle contrade di paese. Strozziamo anche quei cittadini? Monti (inteso come agenda e lista): in programmi professoriali si vorrebbe trovare qualche riferimento alla realtà economica effettiva, qualche coerenza con i numeri pubblicati dal governo che porta lo stesso nome, e qualche ricetta che esca dal terribilmente generico.Fin qui, non c'è. Si dice: riformiamo le istituzioni. Giusto, ma come? Repubblica presidenziale? Specificare, per favore. Si dice: il primo atto sarà una nuova legge elettorale. Bello, ma quale? Alla francese, all'inglese, alla tedesca, alla come vi pare. Ma specificatelo. Altrimenti siamo alle chiacchiere. Nomi e liste. Inutile girarci attorno, qui la condizione è generale: minestre riscaldate, soliti sistemi e specchietti per allodole (meravigliosa la parabola di Casini e Fini: separati alla nascita; riuniti per andare al governo; riseparati dopo che entrambe dovettero al centro destra la presidenza della Camera; ora ririuniti, ma contro chi li beneficiò, roba da: Via col seggio). Gli uni chiamano al voto contro gli altri. Vuoi per ragioni estetiche, ideologiche, esterofile, vuoi per quel che vuoi, ma è il niente.All'elenco manca chi si candida a rappresentare il rifiuto di tutto e chi a testimoniare posizioni disallineate. I primi saranno inutili, o dannosi, propiziando una legislatura tafonomica (scienza della decomposizione). I secondi forse anticipano il futuro, ma non cambiano il presente. Mancano due mesi. Sarà insopportabile viverli pestando l'acqua nel mortaio. Chi ha idee le tiri fuori, tanto non potrà scontentare più di quanto il vuoto stia scontentando. E anche disgustando.