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Luigi Frasca Oscar Giannino ha rotto gli indugi: dopo avere fatto, inutilmente, appello al premier Mario Monti per un confronto sul programma il giornalista ha deciso di candidarsi e di avviare la raccolta di firme per presentare alle prossi

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Conl'occasione è stata presentata anche la candidata di Fare alla presidenza della Regione Lazio, l'imprenditrice Alessandra Baldassari. «Ho inviato a Monti una lettera aperta per capire se era disponibile a una condivisione sul programma poi ho chiesto un incontro, ma non e' arrivata nessuna risposta», ha riferito Giannino. «Da qui il giudizio di delusione, ha aggiunto. Due sono le critiche che Fermare il declino muove soprattutto a Monti, di cui pure apprezza il fatto che abbia ridato credibilità internazionale all'Italia. La prima «non avere visto un cambio di marcia rispetto alla politica del "tutto tasse" di Tremonti» che ha portato al calo di tutti gli indicatori economici, ha sottolineato Giannino, «non è virtù ciò che incrementa le tasse». La seconda pecca è tutta politica ed è «avere appaltato a Montezemolo il monopolio della società civile», ha sottolineato, «magari bisognerebbe chiedere anche a Corrado Passera se la rappresentanza non andasse organizzata in altro modo». Giannino però non ha chiuso del tutto le porte a Monti. «Vedremo se ci sarà qualche cambiamento in agenda e chi imbarcheranno alla fine... Ma il nostro è un no all'impostazione "tutta tasse" di Monti», ha chiarito. Per ora Giannino si presenterà capolista in più circoscrizioni per «capitalizzare» la sua notorietà, visto che gli altri promotori del manifesto hanno preferito «continuare a fare il proprio lavoro». Anche se non si è sbilanciato sull'ipotesi di candidarsi premier. Di certo, pare difficile che Fermare il declino possa allearsi con altri schieramenti. «Berlusconi è impresentabile e il no nei suoi confronti è insuperabile, ma non ho ancora capito chi esce dal Pdl. Vedremo se ci sarà un centrodestra capace di chiarezza», ha detto ancora. Di certo, non c'è nessun interesse verso il Partito ddemocratico dopo la sconfitta alle primarie di Matteo Renzi per cui invece Giannino si era molto speso. «Il Pd vuole la patrimoniale - ha ricordato - e le primarie hanno dimostrato che è l'unico partito per cui il muro di Berlino non è ancora caduto». Dunque «Fermare il declino» per ora va avanti da solo, con un obiettivo: «Tentare di radicare una pattuglia di parlamentari» che si battano per l'abbattimento del debito pubblico attraverso i tagli alla spesa e non l'aumento delle tasse, per un nuovo welfare che aiuti donne e giovani anche con una diminuzione delle aliquote fiscali. Giannino ha preannunciato per i prossimi giorni un appello di economisti in sostegno di «Fermare il declino». Per ora il movimento conta 48 mila aderenti, 21 mila volontari e 387 comitati locali. Per la campagna elettorale si conta di spendere, grazie a donazioni di privati, 2 milioni di euro. Chissà che qualcosa non si muova nei prossimi giorni. Poco tempo fa è stato l'ex sottosegretario alla Giustizia, Guido Crosetto a tendere la mano al giornalista. «Vorrei invitare il mio amico Oscar Giannino a fare una riflessione. Non sempre è possibile avere tutto ciò che si sogna e gli strumenti non sempre sono perfetti, ma talvolta occorre rischiare, accettare anche qualcosa che non ci ispira al cento per cento e poi lanciare il cuore oltre l'ostacolo» ha detto il fondatore, insieme con Giorgia Meloni, di Fratelli d'Italia. Poi ha aggiunto, diventando ancora più esplicito: «Per lui, per le sue idee, per il suo modo serio di intendere la politica in Fratelli d'Italia c'è uno spazio politico ed umano. Accetti anche lui questa scommessa e proviamo a costruire insieme qualcosa di diverso».

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