L'ambasciatore di papà Ottavio nel mondo
Conuna passione infinita per lo sport. Niente grilli nella testa. Concretezza, spiccato senso degli affari e, soprattutto, una vena creativa senza uguali. Perché quella maglieria a zig-zag, coloratissima, prima di Ottavio e Rosita Missoni nessuno l'aveva mai inventata. La scintilla tra i due stilisti scocca alle Olimpiadi di Londra dove lui è finalista nei 400 ostacoli. Da allora, è il '48, sono inseparabili. Nel '53 si sposano, iniziano la loro avventura con un laboratorio in un seminterrato di Gallarate. Un anno dopo nasce Vittorio, il primogenito. Seguito da Luca, nel '56, e poi da Angela nel '54. E mentre papà e mamma continuano la loro scalata verso il successo e si stabiliscono con l'azienda e la villa di famiglia a Sumirago, in provincia di Varese, i tre figli respirano aria di moda, in tutte le sue sfaccettature. Vittorio studia in Svizzera, poi si trasferisce a Londra e da qui a New York. È il marketing la strada che vuole percorrere. Ne apprende tutti i segreti per poi tornare a casa. Mentre i fratelli si occupano più della parte stilistico-organizzativa (Angela è l'attuale direttore creativo dell'azienda mentre Luca si indirizza verso il settore tecnico), Vittorio diventa l'ambasciatore del marchio. Suo il lancio nel mondo globalizzato di Missoni che piazza sui mercati internazionali con particolare attenzione per quelli asiatici: Giappone, Hong Kong, Corea. C'è poi la promozione della catena di alberghi griffati Missoni da Edimburgo al Kuwait. E tutta una serie infinita di licenze. Occhiali, biancheria per la casa, abbigliamento bimbo. Casa e bottega, tutti insieme. E tutti insieme ci mettono la faccia. Sulle pubblicità, in Tv. Con la nipote Margherita che diventa la testimonial. IMissoni sono forse l'unico esempio in Italia di azienda-famiglia. Gli unici ad aver passato le consegne alla seconda e, presto, alla terza generazione. Vittorio, grande timoniere d'azienda e in barca (il mare è una delle sue passioni assieme al motocross), come l'omonimo nonno, l'ammiraglio della Marina Imperiale austriaca durante la I guerra mondiale, ha preparato il terreno per i suoi tre figli (avuti dalla prima moglie Tania). Chiudendo il 2011 con un aumento del 10%. Incredibile ma vero. Perché il primogenito di Ottavio e Rosita è riuscito a compensare il calo delle vendite «di un mercato italiano spaventato - come lui stesso ha spiegato - grazie all'export che rappresenta l'80% del nostro fatturato». Nella casa di mamma e papà (che ha già superato i 90 portati benissimo), in queste ore Angela e i nipoti cercano, se possibile, conforto nella famiglia. Luca, che era a New York, è volato direttamente in Venezuela. Sperando nel miracolo. Che quel mare maledetto, già ribattezzato il nuovo triangolo delle Bermuda, dia almeno delle risposte e non faccia scomparire nel nulla il timoniere di famiglia.