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L'attacco del Prof ai conservatori Pd

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Monti chiede a Bersani di «silenziare» Cgil e Fassina Poi attribuisce a Brunetta «una certa statura accademica»

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Lacampagna elettorale è partita e il Professore tira fuori le unghie. In tv attacca i «conservatori» del Pd e della Cgil ma anche Renato Brunetta, di cui sottolinea la «statura» accademica. Inevitabile la bufera. Lo scontro è scoppiato in mattinata. In una lunga intervista a Unomattina, il premier Monti ha chiesto al leader del Pd «un atto coraggioso, silenziare un po' la parte conservatrice del suo movimento». Esplicito il riferimento a Nichi Vendola, alla Cgil e alla Fiom, e al responsabile economico dei Democratici Stefano Fassina: «Credo che "tagliare le ali" sia una brutta espressione ma se sono le ali sono le estreme è una buona cosa», ha affondato. All'inizio aveva sorriso: «Spero che Bersani convinca ma non vinca». Poi ha scelto toni più gravi. «È simpatica - ha aggiunto, tornando proprio sulle polemiche dei giorni scorsi - la definizione di "lista Rotary" che ha offerto l'onorevole Fassina. Ha immaginazione, io non la conosco ancora la lista Monti». Poi ha sottolineato di essere ricordato in Europa per le sue battaglie contro le grandi lobby e i poteri forti, come quando da commissario alla Concorrenza multò la Microsoft con una sanzione record. Ma il premier ne ha avuto anche per il Pdl, lanciando un attacco all'ex ministro della Funzione pubblica: «L'onorevole Brunetta - ha detto - con l'autorevolezza di un professore di una certa statura accademica, sta portando il Pdl su posizioni estreme e settarie» e ha sottolineato poi la presenza di «molte posizioni dentro il Pdl che hanno impedito l'introduzione di una maggiore concorrenza nelle libere professioni». Dopo di che, venendo alla questione Imu, Monti si è tolto un sassolino dalla scarpa: quella tassa, ha detto, è stata «introdotta dal governo Berlusconi con efficacia differita, abbiamo avuto noi l'onore di applicarla». Tornando sulla polemica con Silvio Berlusconi, Monti ha poi osservato, con la solita ironia: «Se il presidente Berlusconi ritiene che io sono poco credibile vuol dire che sono poco credibile», aggiungendo che il suo predecessore «è una persona importante e autorevole». Monti ha sottolineato però poi che Berlusconi mostra «una certa volatilità sui giudizi su di me». Insomma, ha sintetizzato, «ci sarà pure qualche significato, vorrà dire qualcosa, se autorevoli esponenti come Ichino per il Pd e Cazzola per il Pdl si stanno spostando» nelle formazioni di centro. Poi si è rivolto direttamente ai cittadini, lanciando la propria campagna. Ha annunciato che il nome della lista sarà «qualcosa tipo "Con Monti per l'Italia"». Il presidente del Consiglio ha spiegato che la sua decisione di gettarsi nella mischia è stata «una scelta di coscienza». «Tutta la nostra agenda - ha aggiunto - mira a smitizzare dei luoghi comuni. Non si può catturare la buona fede del cittadino a base di slogan. Chi è per la patrimoniale e chi non lo è, chi difende i valori etici e chi non li difende». La patrimoniale, ha proseguito rispondendo a una domanda, «non è un discorso da evitare come se fosse il diavolo» ma è «un discorso nel quale io non credo che si debba intervenire, ci sono altri interventi più importanti nel sistema fiscale». Si è concentrato sulle tasse: «Il sistema fiscale ha bisogno di un sistema di redistribuzione attraverso lo strumento proprio del fisco», su questo «Obama ha ragione». Venendo ai temi della famiglia che lui conta di portare avanti se guiderà di nuovo l'esecutivo, Monti ha spiegato che occorre sradicare «l'odioso meccanismo dei licenziamenti forzati per maternità». Il premier ha citato anche il problema degli asili nido, spiegando che «si potrebbe fare molto di più» su questo problema reperendo le risorse necessarie con una «adeguata politica finanziaria». «Per la famiglia - ha aggiunto - vedo un ribaltamento della visione che la nostra società ha della donna. Deve essere vista non come una interessante appendice di una società maschile». Monti ha poi ricordato lo studio Ocse, che ha già più volte citato, secondo il quale una più forte politica per le pari opportunità potrebbe generare un punto e mezzo di Pil aggiuntivo. Infine: «Non bisogna creare posizioni di privilegio...» dice Mario Monti concedendosi una battuta che ancora una volta apre un piccolo spaccato sulla vita familiare del Professore: «Un paio di giorni dopo che le ho riferito quell'episodio, di quel nipotino denominato "Spread" dalla maestra all'asilo - racconta - davanti alla tv c'erano i tre figli di mia figlia e quello di mezzo ha detto, siccome veniva ripetuto qualcosa sullo spread, "mamma, ma perché parlano sempre di Tommy e mai di me?"».

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