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In Gazzetta Ufficiale il redditometro. Parte la caccia ai furbetti del fisco

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Lostrumento, che calcolerà sinteticamente il reddito dei contribuenti, sarà applicato da marzo e le verifiche scatteranno a partire dall'anno di imposta 2009. Il decreto del ministero dell'Economia che lo introduce è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Sono undici le categorie di spesa prese in considerazione che verranno incrociate con le 11 tipologie di nuclei familiari declinate a loro volta in cinque aree geografiche differenti. I redditi dichiarati verranno confrontati con le spese sostenute nell'anno di riferimento e se queste dovessero risultare non compatibili scatteranno le verifiche. Le voci di spesa che finiranno sotto la lente spazieranno dall'alimentare e dall'abbigliamento ai trasporti, passando per comunicazioni, trasporti, energia, tempo libero, abitazione e investimenti. Il Fisco passerà al setaccio le spese per il telefono, per gli abbonamenti alla pay-tv, il mutuo, il parrucchiere, ma anche la retta per l'asilo nido, gli ingressi in palestra o al centro benessere, i giochi online, i cavalli, i gioielli. Secondo l'Agenzia delle Entrate oltre 4,3 milioni, circa il 20% delle dichiarazioni dei redditi, risultano non coerenti e tra le diverse categorie di reddito il tasso di irregolarità è maggiore nel reddito di impresa e nel reddito di lavoro autonomo. Il faro del nuovo redditometro punterà sugli scostamenti tra spese e reddito più eclatanti, superiori al 20%. Lo strumento verrà utilizzato per verificare i redditi prodotti a partire dall'anno di imposta 2009 (dichiarati nel 2010). È prevista perà la possibilità per il contribuente di dare spiegazioni. La non coerenza non è infatti automaticamente rappresentativa di un'evasione e il nuovo accertamento sintetico rende obbligatorio il dialogo con il contribuente mediante il contraddittorio. Da novembre è inoltre attivo il redditest online con cui i contribuenti italiani possono misurare autonomamente la congruità tra il proprio reddito familiare e le proprie spese: una sorta di autodiagnosi della coerenza fiscale. I dati sono noti al solo contribuente e non ne resterà traccia sul web.

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