Monti: «Meno tasse e tagli alla casta»
Il Prof intensifica la campagna elettorale Nuovi attacchi a Berlusconi e Vendola
o.In una lunga intervista rilasciata a Radio anch'io, infatti, il Professore non solo ha ribadito la propria disponibilità a confrontarsi in qualsiasi dibattito con i suoi avversari - Berlusconi e Bersani in primis - ma ha anche lanciato alcuni messaggi particolarmente sensibili per l'elettorato, dal taglio delle tasse alla riduzione del numero dei parlamentari, riservando attacchi duri al Pdl e all'ala sinistra della coalizione bersaniana, Vendola e Fassina. Un'escalation di campagna elettorale che proseguirà oggi, quando il premier sarà ospite a Unomattina e sarà intervistato da Franco Di Mare a partire dalle 9.15. Nell'intervento radiofonico, le prime parole sono un'ennesima risposta a Bersani, che aveva chiesto al premier di dire con chiarezza «da che parte sta, anche in Europa». «Io sto con le rifome che rendono l'Italia competitiva e creano posti di lavoro - spiega Monti - e in Europa sono conosciuto per ciò che ho fatto, credo di avere un posto mio nell'opinione dei colleghi e leader dei Paesi europei». Piuttosto, il Prof rigira la domanda al segretario del Pd, criticando aspramente i suoi compagni di viaggio: «La sfida è tra chi vuole cambiare il Paese e chi, come Vendola o Fassina, è a protezione delle rendite e si oppone al cambiamento». «Vendola e Fassina - aggiunge - vogliono conservare, per nobili motivi, un mondo del lavoro cristallizzato, iperprotetto rispetto ad altri Paesi. Io sono perché l'Europa si batta per avere una tutela ancora più avanzata ma perché nei singoli Paesi si creino le condizioni per maggiori posti di lavoro». La sfida, però, non è alla sinistra. Destra e sinistra, torna a ripetere Monti, «sono categorie superate». La vera battaglia per il premier va fatta sui programmi. E a Radio anch'io il Prof svela alcuni dettagli del suo. Partendo dal taglio di un punto della pressione fiscale annunciato martedì in una nota di Palazzo Chigi: «Bisogna ridurre la tassazione che grava su lavoro e imprese - promette - e parallelamente ridurre la spesa. Serve un allegerimento della situazione per le famiglie numerose. C'è bisogno di un sistema sanitario migliore e di un sistema fiscale che consenta la ridistribuzione del reddito dai più ricchi ai più poveri». L'altro messaggio fortemente seduttivo per l'elettorato è quello anti-casta: «Bisogna mettere al riparo i cittadini dall'abuso di denaro da parte dei politici. Occorre togliere privilegi alla casta ma i partiti di questa strana maggioranza si sono tutelati» spiega, portando ad esempio il caso della riforma delle Province, arenatasi per i troppi veti parlamentari. Se invece sarà ancora premier, Monti su questo fronte promette tre azioni: «Riduzione del numero dei parlamentari, semplificazione del processo legislativo e un intervento radicale nell'organizzazione territoriale dello Stato». Ribadisce che i temi etici non sono al centro del suo programma («lasceremo i parlamentari liberi di confrontarsi con la propria coscienza») ma confessa di detestare quei partiti che li hanno usati per attaccare i propri avversari, «in particolare alcuni parlamentari del Pdl». Ed è solo uno degli attacchi che rivolge alla formazione di Berlusconi, accusato di aver «usato contro di me armi improprie, come i valori della famiglia». «In altri momenti, forse allora ero un leaderone, il Cavaliere mi ha offerto di prendere la guida del fronte dei moderati. Poi ha detto che il governo ha fatto solo disastri, poi che ha fatto tutto il possibile. Spero che gli elettori siano meno confusi di me». Nonostante gli attacchi, Monti non si illude che sia possibile riformare il Paese senza intese con altre forze: «Per affrontare il problema del disavanzo - spiega - perfino negli Usa si è fatto ricorso a un accordo tra democratici e repubblicani. D'ora in poi l'obiettivo sarà la crescita. E per alcune riforme, come quella elettorale, serviranno maggioranze larghe».