Bufera sul premier: «Non è liberale» E il Cav: «Doveva dimettersi da senatore»
I«conservatori» hanno rimandato le accuse al mittente. Il segretario del Pd Bersani ha chiesto «più rispetto», il leader del Pdl Berlusconi ha osservato: «Monti si sarebbe dovuto dimettere da senatore a vita». Netto anche Nichi Vendola (Sel): «Monti sta girando attorno a Bersani, gli fa la danza della morte». Poi ha aggiunto: «Quando gli dice di sfilare Fassina, la Cgil e me sta dicendo che è disponibile ad assumerlo tra gli inservienti con la sgradevolezza di un'esibizione di presunzione e di arroganza che non è propedeutica al dopo». Infine ha concluso: «Io sono l'avversario numero uno di Monti così come tutto quello che profuma di sinistra. Monti fa finta che Bersani possa essere ritagliato da questo contesto ma questo vorrebbe dire che Bersani non sarebbe più lui. Noi possiamo battere la destra populista di Berlusconi e quella conservatrice di Monti». Non usa mezzi termini la leader della Cgil Susanna Camusso: «Chi ha deciso di candidarsi dovrebbe discutere dei suoi programmi invece di criticare gli altri. Sembra che Monti abbia poche proposte e molte critiche». Bersani ha difeso il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina: «Tutti i difetti del Pd si scoprono oggi: per un lungo anno non si sono visti. Preferisco il rispetto ma chiedo il rispetto per tutto il Pd». Al termine del pranzo con Matteo Renzi, Bersani ha osservato: «Siamo un partito liberale che non chiuderà la bocca mai a nessuno, che troverà sempre una sintesi e credo che il coraggio che mi si chiede l'ho dimostrato. Il coraggio non è quello di chiudere la bocca alla gente, ma di lasciarla parlare, partecipare e trovare una sintesi. Questa è la mia idea». Non ha gradito le frasi del premier l'ex ministro Renato Brunetta, che risponde a tono su twitter: «Con le sue parole il professor Monti svela la sua natura più profonda, che è quella del tecnocrate autoritario, disinformato e pasticcione». L'esponente del Pdl, in un altro tweet, prende anche le difese di Fassina: «Tutto mi divide sul piano dei contenuti da Stefano Fassina, ma farò ogni sforzo perché nessuno possa ridurre lui o altri al silenzio». E ancora: «Intimare il silenzio a qualcuno mentre si ricopre il ruolo del capo del governo ci riporta a tempi bui e dolorosi», avverte Brunetta. L'ex deputato del Pd Mario Adinolfi difende Monti: «In alcuni ambienti tipicamente conservatori, diciamo pure al Rotary, fa chic tifare Fassina. Ma ora Monti ha lanciato la sfida nel campo dei riformisti e nel Pd in molti capiscono che è ora di sciogliere i nodi». Adinolfi rivolge un appello ai suoi ex compagni di partito: «È in corso un'operazione di maquillage nel Pd: Bersani fa eleggere nelle strane primarie di Capodanno duecento parlamentari di sinistra tradizionale, magari giovani ma turchi, gente che teorizza il partito di classe, per capirci. Poi recupera nel listino un drappello di renziani e ci aggiunge un pizzico di civici moderati chiamati a colmare il vuoto lasciato da Pietro Ichino. Vecchio metodo, che nasconde finalità egemoniche della sinistra a trazione Cgil. Intanto sui giornali si fa partire il gioco al massacro, con le battute sul Rotary. La verità è che gli ambienti conservatori sono schierati con Bersani, basta leggere i sondaggi per scoprire che il consenso a Monti arriva da ceti popolari e giovani. Questi ultimi in particolare sanno che con la riforma delle pensioni, quella che Fassina e Damiano vorrebbero controriformare, Monti è stato l'unico a fare qualcosa di concreto per loro. Nel Pd i veri riformisti stiano con Monti, siamo arrivati all'ora delle scelte e non è tempo per tatticismi». Anche Silvio Berlusconi, impegnato ieri in un paio di interviste in radio, va giù duro: «Monti sta polemizzando aspramente con i partiti che lo hanno sostenuto, al punto che appare inconciliabile il suo ruolo di presidente del Consiglio e candidato alle elezioni. Se fosse stato veramente corretto avrebbe dovuto dimettersi sia da senatore a vita che da presidente del Consiglio». In particolare, il Cavaliere ha definito «meschini» gli attacchi del presidente del Consiglio a Renato Brunetta. Interviene anche il segretario del Pdl, Angelino Alfano: «Monti voleva cancellare le detrazioni per i mutui delle giovani coppie e noi abbiamo impedito che lui le cancellasse. Monti non aveva neanche in mente di favorire i quattro milioni di imprenditori consentendo loro di pagare l'Iva una volta incassate le fatture e lo abbiamo ottenuto noi. Monti dovrebbe ringraziarci e ci dà degli estremisti e noi siamo lieti di esserlo se estremisti vuol dire fare queste cose». Conclude il presidente dei senatori dell'Italia dei Valori, Felice Belisario: «Per il presidente del Consiglio e senatore a vita Mario Monti chi è in dissenso, chi la pensa diversamente, chi osa criticare le sue sciagurate politiche contro il lavoro e contro i lavoratori va silenziato, messo a tacere, emarginato. Ora, "silenziare" qualcuno non è solo una brutta espressione, l'ennesima caduta di stile di un ministro tecnico, stavolta il primo ministro. È molto di più ed è molto peggio: è la dimostrazione di quale bassa idea della democrazia e del normale confronto democratico abbia il capo del governo». A. D. M.