Una tradizione suicida che, tutti gli anni in Italia, viene rappresentata come una un bollettino di guerra: due morti e 361 feriti, tra i quali 53 bimbi sotto i 12 anni.
Ilnumero dei feriti complessivo - sottolinea però il Viminale - appare in forte diminuzione: furono 561 lo scorso anno. Mentre sono 92 i minorenni rimasti feriti, a fronte dei 135 complessivi dell'anno precedente (furono 76 quelli sotto i 12 anni). Nell'ambito dei consueti controlli, le forze di polizia hanno arrestato o denunciato 261 persone, sequestrando 147 lanciarazzi, 9 armi comuni da sparo, oltre 18mila munizioni, quasi 378mila manufatti esplodenti, 128 chilogrammi di polvere da sparo e di oltre 600 detonatori. Ma il pericolo maggiore, soprattutto per i bambini, non è ancora finito. «Un richiamo forte viene fatto - è l'appello del Ministero dell'Interno - affinché si vigili anche in queste ore per evitare che eventuali botti inesplosi, lasciati incautamente per le vie, vengano maneggiati, specie dai bambini più piccoli». Già un bimbo di 11 anni, a Milano, ha perso tre dita dopo aver raccolto un petardo inesploso, ai giardinetti di via Cretese. A perdere la vita sono stati invece un 51enne e un 49enne, entrambi in Campania. Il primo, Pasquale Zacchia, titolare di un ristorante, stava provando un fuoco d'artificio professionale all'esterno del proprio locale, a Pontelatone, nel casertano, intorno alle 18.30, con l'intenzione di vederne l'effetto per decidere se comprarne altri. Gli è scoppiato in faccia, di fronte alla moglie e al figlio di 29 anni. Portato in fin di vita all'ospedale di Caserta, è morto un'ora dopo. Il secondo, Atonio Serino, imprenditore edile, si trovava nel giardino dell'abitazione di parenti a San Martino Sannita, frazione Cucciano, nel Beneventano, a pochi chilometri da paese dove risiedeva, a Montefusco (Avellino). Durante i preparativi per far partire una batteria di fuochi pirotecnici, a ridosso della mezzanotte, è stato colpito al volto dall'esplosione di un razzo. È morto sul colpo. È Napoli, come sempre, la città che registra il bilancio più grave dopo la notte di Capodanno: 82 feriti tra il capoluogo partenopeo e la sua provincia, fra cui una bambina di 6 anni dimessa con una prognosi di 25 giorni per ferite da scoppio e ustioni multiple al corpo e anche agli occhi. Il più piccolo tra i feriti è un bimbo di 5 anni che ha riportato ustioni al viso ed è stato dimesso con una prognosi di cinque giorni. Nella Capitale sono una trentina le persone rimaste ferite, una decina i casi più gravi. Tra questi, quattro hanno subìto gravi danni alle mani. Per un uomo, un romeno, è stata necessaria l'amputazione della mano sinistra. Ad altri tre, italiani, due uomini e una donna, sono state amputate alcune dita: un uomo di Tivoli ne ha perse quattro, mentre la donna, romana, ne ha perse due. Si tratta anche per Roma, spiegano dalla Questura, di un bilancio meno grave dell'anno scorso, quando morì un 31enne e una bimba rimase gravemente ferita nell'esplosione di un appartamento nel quartiere di San Basilio. In provincia di Reggio Emilia, a Poviglio, un artigiano 63enne è rimasto ferito: ha sparato con un fucile in cortile per festeggiare il Capodanno, ma il colpo gli è esploso in mano. Identica scena a Cinisello Balsamo, nel Milanese, dove un uomo si è presentato stanotte intorno all'una all'ospedale Bassanini, con una ferita d'arma da fuoco a pallini alla gamba destra. A Genova, un bambino di 9 anni è rimasto ustionato alla schiena nella notte, poco dopo le 2, a causa dei fuochi d'artificio che stava lanciando insieme ad alcuni adulti e altri bambini per festeggiare il Capodanno. Il drammatico fatto si è verificato in via Leone Vetrano, nella delegazione di Cornigliano. Il bambino, in condizioni non gravi, è stato trasportato all'ospedale pediatrico Gaslini e trattenuto in osservazione. È il fatto più grave registrato a Genova nella notte di Capodanno. Dunque, bilancio positivo, anche se i vigili del fuoco, a Genova e nel Tigullio, hanno registrato 48 interventi per incendi. E c'è anche chi il «botto» lo ha fatto... sulla testa della moglie. Perché dopo i festeggiamenti di mezzanotte, un nigeriano di 27 anni ha cominciato a discutere con la consorte 24enne in maniera violenta, fino a quando ha preso una bottiglia di spumante e gliel'ha rotta in testa. È accaduto in un'abitazione di Montesilvano: per sedare la lite è stato necessario far intervenire i carabinieri del posto, avvertiti dai vicini di casa, allarmati dalle urla. La donna ha riportato diverse ferite da taglio sul volto ed è finita in ospedale dove i sanitari l'hanno giudicata guaribile in 10 giorni. L'uomo, che era alticcio, è stato denunciato a piede libero per lesioni.