L'ira di Casini: «Non stiamo col Pd»

PierFerdinando Casini non ha fatto a tempo a metabolizzare l'incontro di oltre quattro ore di venerdì sera con Mario Monti e con i suoi alleati che già ieri, di prima mattina, ha dovuto riunire i giornalisti per replicare alle accuse che il Cavaliere e il Pdl gli stanno rovesciando addosso. Soprattutto quella che lo fa più infuriare, di essere alleato della sinistra. Il ragionamento del centrodestra berlusconiano è semplice: Pier non ha voluto fare l'alleanza con noi, ha diviso i moderati e così fa vincere la coppia Vendola-Bersani. «La nostra iniziativa non nasce a supporto del Pd, non nasce per un'alleanza con il partito di Bersani» è la risposta, seccata. «Questa cosa non esiste – ha proseguito – la nostra è un'iniziativa con vocazione maggioritaria, fino al giorno delle elezioni noi saremo e cercheremo di essere maggioranza». E per rendere più credibili le sue parole, dopo una domanda sulla richiesta di chiarezza avanzata dal Pd in materia di alleanze, ha ribaltato la critica verso i Democratici: «Bersani si è alleato con un rispettabilissimo signore che fa il presidente della Puglia e che ha idee antitetiche sul bene del Paese. Noi non possiamo fare sconti: come si conciliano le posizioni di Enrico Letta o Giuseppe Fioroni con quelle di Vendola? Rispetto le scelte di tutti, ma il Pd non faccia l'esame del sangue a noi». E a chi gli ha chiesto invece se la coalizione di cui fa parte non sia troppo appiattita sul premier uscente ha risposto con un mezzo sorriso: «Un partito personalistico? Ma siamo matti. Si tratta di un grande rassemblement che unisce la politica responsabile, che ha sostenuto il governo Monti, più i movimenti della società civile. Si tratta di una grande trasformazione». Ma a Casini premeva anche smentire un'altra indiscrezione, quella di una lite con il ministro uscente Corrado Passera, il quale voleva una lista unica anche alla Camera. «Lui la pensa così e ha motivazioni da vedere con gradissimo rispetto. Ma francamente è una delle persone che stimo di più e che mi sono più amiche. Quando ho letto dello scontro Casini-Passera mi sono messo a ridere». Resta il tema, scottante, delle candidature. Si sa che Monti non vuole personaggi implicati in vicende giudiziarie o da troppo tempo in politica. E i nomi sono quelli di Lorenzo Cesa e Rocco Buttiglione. Casini, però, ha rivendicato il fatto che a decidere sarà solo e unicamente il partito: «I candidati dell'Udc li scegliamo noi, come quelli di Fli li sceglierà Fli e come quelli di Italia Futura li sceglierà Italia futura. Noi ci sottoponiamo al vaglio di Bondi sulla base dei criteri stabiliti dal presidente del Consiglio. Sono anche contento che oltre a criteri di carattere giuridico e giudiziario che riguardano le fedine penali dei candidati, ci siano criteri che riguardano il rinnovamento». E alla fine c'è anche scappata una battuta sui presunti «incandidabili»: «State parlando del presidente e del segretario del mio partito: casomai dovreste chiedere a loro se mi vogliono candidare...» Pa. Zap.