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Il Cav a caccia di Bossi: «A cena per un accordo»

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Con Lombardia e Veneto al Pdl Bersani non governa in Senato. Ad Albertini: «Atteggiamento inaccettabile»

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Peril Cavaliere quel titolo che campeggia alle sue spalle nello studio di «Uno mattina» dove è stato intervistato ieri è come un drappo rosso sventolato davanti a un toro. L'ex premier, nell'ennesima apparizione in tv, non risparmia nessuno: i politici ignoranti di economia che giudicano insostenibile l'abolizione dell'Imu, Mario Monti che ha messo in ginocchio l'Italia, Fini che lo ha tradito, la Lega che se non accetta l'alleanza con il Pdl è destinata a scomparire dalla geografia politica del Parlamento. Proprio sul Carroccio il pressing di Berlusconi in questi giorni è fortissimo. Per il Pdl stringere un accordo in Lombardia da «esportare» poi nel quadro nazionale è fondamentale. Perché in questo modo il Cavaliere potrebbe puntare almeno a un pareggio a palazzo Madama, dove i senatori vengono eletti su base regionale, rendendo così dannatamente difficile un eventuale governo di Bersani. Il Pdl potrebbe infatti puntare a un successo nella Regione che è stata governata da Roberto Formigoni e in Veneto. E competere per la vittoria anche in Campania, Sicilia e Puglia. Tutte Regioni che eleggono un numero abbastanza alto di senatori. Ma da Maroni, per il momento, non è arrivata alcuna apertura. Così ieri Berlusconi è tornato alla carica. Confermando la sua offerta di una poltrona di vice premier a un esponente del Carroccio ma anche la minaccia di far cadere i governatori delle due regioni a guida leghista: «Il realismo mi fa pensare che saremo ancora assieme alla Lega: se non confermasse l'alleanza, perderebbe influenza a livello nazionale e perderemmo non solo la Lombardia ma anche Piemonte e Veneto». «Io e Bossi stiamo fissando la data di una cena – ha proseguito – io lo stimo e lui mi stima ed è persona leale Sono anche amico di Maroni e stiamo cercando un'intesa: non ho offerto il ruolo di vice premier a Maroni, ma ho detto che, come è logico che sia, se sono due i partiti alleati mi sembra normale che se un partito va alla presidenza l'altro abbia la vicepresidenza». Da Berlusconi sono arrivate parole dure nei confronti di Gabriele Albertini – ex sindaco di Milano proprio con il Cav, oggi europarlamentare del Ppe – che si è candidato a governatore con una lista di moderati. Una scelta che è l'ostacolo principale a un accordo tra Lega e Pdl. «Albertini, questo signore che con i voti nostri e della Lega è stato sindaco per dieci anni a Milano – è l'affondo del Cavaliere – è stato colto da improvvisa ambizione personale si è candidato alla presidenza della Regione, rischiando di non consentire a noi di mantenere e rafforzare l'alleanza con la Lega anche a livello nazionale. Si comporta in maniera francamente inaccettabile e incomprensibile». Poi è la volta del «capitolo» Monti. Al Professore l'ex premier ha riservato una battuta velenosissima: «Ha ragione quando dice di essere salito in politica perché aveva un rango inferiore a quello di presidente del Consiglio. Io ho detto "sceso in campo" perché avevo un rango superiore». E ancora: «Non temo Monti, credo che da "deus ex machina" quale era stato proposto, se scende in campo diventa un protagonista qualunque». Poi è arrivato l'attacco, diretto alle politiche di questo anno di governo tecnico: «Le cose sono cambiate in peggio: non c'è un indicatore fondamentale dell'economia che sia migliorato. La disoccupazione è cresciuta, il Pil è diminuito con un errore di previsione terribile di quasi 3 punti, sono diminuiti i consumi. Il governo è schiacciato sui diktat dell'Ue e soprattutto della Germania e ha introdotto regole di austerità su un'economia che era già ad una situazione limite. Questo governo ci ha portato verso una spirale recessiva». Per ridare fiato agli italiani, secondo Berlusconi, c'è bisogno innanzitutto di togliere l'Imu sulla prima casa. Un'operazione che per il Cavaliere è «un gioco da ragazzi». E se qualcuno dice che non si può, vuol dire che «non capisce nulla di contabilità dello Stato». «Noi abrogammo l'Ici e faremo la stessa cosa con l'Imu – ha proseguito – Abbiamo pronto il ddl che raziona in 5 direzioni i risparmi che si devono ottenere, aumentando di poco i consumi come quelli dell'alcol, dei tabacchi e dei giochi che non saranno risentiti dalla gente. Sono interventi solo provvisori per rimettere poi mano alle spese dello Stato. Trovare 4 miliardi dentro 800 mila miliardi di spese è un gioco da ragazzi». C'è spazio anche per le previsioni sulla rincorsa al centrosinistra in vista delle elezioni: «In meno di 15 giorni abbiamo recuperato circa 8 punti e mezzo circa. Ci sono ancora 60 giorni per comunicare agli italiani la verità, cerchiamo di riportare a casa il 40% di quel consenso che gli italiani nel 2008 hanno dato al Pdl». Pronto, infine, anche a una sfida in tv con Bersani: «Non è vero che non mi sono mai piaciuti i confronti televisivi con gli avversari politici: li ho fatti con Occhetto e con Prodi. Ho lanciato la sfida a Bersani, l'ha raccolta e sono felice di potermi confrontare con lui in televisione».

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