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Da ieri sera Franco Fiorito non dormirà più in un letto del carcere di Regina Coeli.

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Aconcedere questa misura restrittiva all'ex sindaco di Anagni è stato il giudice per le indagini Stefano Aprile, lo stesso che aveva firmato l'ordinanza di custodia cautelare lo scorso 2 ottobre su richiesta dei pm che contestano a Fiorito il reato di peculato. Non è stata ancora fissata la data del processo, poiché l'avvocato dell'ex capogruppo alla Pisana, il penalista Carlo Taormina, ha presentato richiesta di rito abbreviato, a differenza della procura che invece ha chiesto che l'indagato venga processato seguendo il rito immediato, cioè saltando la fase dell'udienza preliminare, convinta di aver raccolto tutte le prove necessarie per portare avanti subito il dibattimento. Intanto, sotto indagine, ci sono anche due collaboratori stretti di Fiorito. E si tratta di Bruno Galassi e Pierluigi Boschi, che secondo la magistratura romana avrebbero avuto un ruolo nella presunta appropriazione di denaro pubblico effettuata dall'ex sindaco nel corso di due anni. La procura, infatti, constesta a Fiorito di aver sottratto dai conti del partito un milione e 380 mila euro e di aver eseguito 193 bonifici proprio per far confluire sui conti correnti in Italia e all'estero i soldi pubblici. Ancora, comunque, non sono stati recuperati tutti i soldi che per gli inquirenti sono stati portati via, aspetto sul quale sta svolgendo ancora indagini la Guardia di Finanza. «Io non ho rubato». Sono state le uniche parole che Fiorito ha pronunciato prima di entrare nell'abitazione della mamma nel cuore di Anagni, davanti alla quale c'era un gruppo di amici che lo attendeva per salutarlo dopo mesi di detenzione. «Ben tornato Francone», hanno infatti urlato più di una volta prima che l'indagato varcasse l'ingresso di casa della madre. I due segretari del Pdl - Boschi è anche cugino di Fiorito - erano autorizzati ad operare sui due conti correnti del Pdl aperti presso Unicredit. Boschi, secondo quanto accertato dalla Guardia di Finanza, avrebbe anche firmato due assegni per oltre 4.600 euro girandoli a se stesso. Nel corso delle indagini è stata sentita più volte anche l'ex fidanzata di Fiorito, Samantha Veruska Reali. Oltre che per chiederle se era a conoscenza di alcuni aspetti dell'inchiesta, anche perché la donna ha denunciato presunte minacce che avrebbe ricevute al termine di una trasmissione televisiva. «Fiorito ha commesso i fatti in modo preordinato, scientifico e reiterato - aveva scritto il gip Aprile nelle pagine dell'ordinanza di custodia cautelare - circondandosi di correi e persone compiacenti in grado di fungere da bracci operativi delle azioni illecite disposte ed architettate da lui stesso, nonché da schermo delle medesime e, all'occorrenza, in grado di sottrarre e custodire la documentazione da cui emergono le responsabilità dell'indagato». L'x sindaco di Anagni, dunque, trascorrerà il Capodanno a casa in attesa che venfa fissata l'udienza del processo: fin dal primo giorno ha respinto l'accusa di peculato.

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