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Bersani non si sbilancia Ma il Pd corteggia il Prof

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Il segretario: «Vediamo dove si colloca»

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Lastrada sembra tracciata, ma ci sono ancora troppi dettagli da chiarire. Così il candidato premier del centrosinistra preferisce non sbilanciarsi. «Ho il massimo rispetto per lui - commenta intervistato dal Tg2 -, ora aspettiamo di vedere se sarà sopra le parti o sceglierà piuttosto una parte. Questo non l'ha chiarito». Tradotto: occorre capire che tipo di campagna elettorale intende fare. A Bersani il discorso fatto da Monti durante la conferenza stampa di fine anno è sicuramente piaciuto per gli attacchi nei confronti di Silvio Berlusconi, ma di certo non gli sono sfuggiti quelli, ugualmente violenti, lanciati verso la Cgil e Nichi Vendola. Che sono pur sempre due degli «azionisti di maggioranza» del centrosinistra costruito dal leader del Pd (con i loro voti, lo hanno aiutato a sbaragliare la concorrenza di Renzi). Per questo è importante capire quale sarà la strategia del Professore. Se cercherà lo scontro i Democratici sono pronti a rispondere. In caso contrario si può cercare un punto di contatto. Non a caso, parlando dell'agenda Monti, Bersani aggiunge: «Non ho visto nulla di sorprendente. Ci sono alcune cose condivisibili, altre un po' meno, altre su cui si può discutere». Insomma da parte del Pd non c'è una chiusura pregiudiziale nei confronti della compagine montiana. E chissà che dopo il voto non possa finalmente nascere quell'alleanza tra riformisti e moderati che il segretario democratico ha sempre auspicato. Uno scenario che il capogruppo Pd alla Camera Dario Franceschini rilancia su Twitter: «Con Monti può nascere un polo conservatore normale al posto del berlusconismo. Nostri avversari ma nelle emergenze anche alleanze possibili». Parole cui fanno eco quelle che lo stesso Bersani affida ad un'intervista al Financial Times: «Io non voglio rinegoziare il patto fiscale o uno degli accordi raggiunti nel corso dell'ultimo anno, però, abbiamo bisogno di guardare avanti. Ora mi piacerebbe che l'Europa si concentrasse sulla crescita». In ogni caso, aggiunge, «se sarà il mio turno di governare il Paese, sono pronto a discutere come rafforzare il meccanismo di disciplina di bilancio per il monitoraggio dei bilanci nazionali in cambio di nuove politiche volte a stimolare l'economia». Nessuna intenzione di cancellare il lavoro di Monti, quindi, né di porsi in chiave anti-tedesca. Rassicurazioni rivolte ai partner europei, ma anche per quella parte del Pd che guarda con interesse alle mosse del Professore. Non a caso il 12 gennaio il premier dimissionario sarà ospite ad Orvieto dell'assemblea annuale di Libertà Eguale, l'associazione dei liberal democratici presieduta dal «montiano» Enrico Morando. L'invito era già partito lo scorso anno, ma la partecipazione, oggi, assume un significato particolare. Anche perché coincide con il periodo in cui verranno «limate» le liste. Bersani non vuole perdere pezzi moderati rischiando di ritrovarsi «schiacciato» su Vendola. Per questo «corteggia» Monti e, forse, accetterà l'invito ad essere anche lui ad Orvieto. Nic. Imb.

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