Alemanno riparte da Roma
Futuro Il sindaco annuncia definitivamente che non si candiderà in Parlamento Correrà solo per conquistare il secondo mandato alla guida del Campidoglio
Comepiù volte promesso, non mi candido al Parlamento ma rimango a fare il sindaco di Roma. Dobbiamo lavorare sul territorio, ricostruire appartenenze comunitarie, risvegliare la partecipazione popolare e la cittadinanza attiva. Così rinasce la buona politica oltre ogni schema ideologico, ogni imposizione tecnocratica e ogni demagogia. Io rimango a fare il mio dovere per aiutare Roma a uscire dalla crisi economica. Con l'impegno di tutti il 2013 sarà un anno di nuova speranza». Così, un messaggio su Facebook mette definitivamente la parola fine alla possibile doppia candidatura di Gianni Alemanno a sindaco di Roma e alla Camera dei Deputati. In verità il primo cittadino ha più volte ribadito la volontà di voler correre solamente per il secondo mandato. In pochi però ci credevano. La crisi dentro e fuori il Pdl, la necessità di ricostruire il centrodestra e la capacità di Alemanno, già forte di esperienze di partito e di governo, di sintetizzare passato, presente e futuro, avevano fatto puntare su di lui per una nuova leadership. Il messaggio di ieri tuttavia, con un quadro politico cambiato negli ultimi giorni e con il lavoro delle segreterie per la composizione delle liste, azzera ogni rumors.La svolta Alemanno preferisce farla dal Campidoglio. Protagonista comunque di una stagione politica ancora tutta da definire. Ma soprattutto con una sfida, come quella per il secondo mandato a Palazzo Senatorio, che si preannuncia difficilissima. Anche perché l'invito del sindaco all'election day del 24 e 25 febbraio anche per le comunali sarebbe stato respinto definitivamente al mittente. Le urne, per Roma, si apriranno tra la fine di aprile e i primi di maggio. Un calcolo che il primo cittadino deve aver fatto. A tre mesi scarsi dal risultato di politiche e regionali e con una prospettiva politica tutta aperta, soprattutto al centro, Alemanno conta di recuperare. Un secondo passaggio, questo. Il primo, fondamentale, è quello di recuperare il partito e dunque un progetto politico che ridia credibilità al centrodestra. Si parte, allora, dal Lazio. «Sulla candidatura a presidente della Regione per il centrodestra ci sono diverse ipotesi in campo, alcune molte interessanti; per me il candidato deve provenire dalla società civile» ha detto Alemanno riferendo di aver parlato con Berlusconi e che «lui sta attendendo delle indicazioni dal territorio: presto capiremo qual è la persona più adatta affinché il centrodestra possa voltare pagina nel Lazio». Il risultato delle elezioni locali e soprattutto l'andamento delle regionali e delle politiche su Roma saranno indicatori preziosi. «Quanto agli scenari nazionali - ha continuato il sindaco - dopo le parole pronunciate da Mario Monti e la replica di Silvio Berlusconi, è il momento in cui bisogna riflettere e capire quale sia il modo migliore per rilanciare il centrodestra. Noi siamo nel Pdl ma vogliamo che faccia parte della più ampia aggregazione possibile». Se la prova di lancio ci sarà a fine febbraio, Alemanno avrà altri due mesi di tempo per mettere a punto la strategia migliore per tenersi la guida della Capitale, ovvero puntare sulla società civile e federarsi con le nuove "costole" del Pdl. Nonostante il condizionamento di un quadro nazionale che, per quel tempo, avrà già chiarito alleanze e avversari. Una sfida che qualcuno definirebbe impossibile. Ma per chi è abituato a scalare le alte vette alpine si tratta di un invito imperdibile.