Il Pd manda i «big» a fare le primarie fuori casa
Inpiù ci sarà un probabile posto come capolista per Franco Marini. L'ex presidente del Senato potrebbe non correre per le consultazioni, con tutta probabilità perché il partito intende inserirlo nella «quota protetta». Anna Finocchiaro e Rosy Bindi hanno invece annunciato le rispettive candidature a Taranto e in Calabria mentre Giuseppe Fioroni potrebbe correre a Messina. Soddisfatto Pier Luigi Bersani della scelta dei big del partito di partecipare alle consultazioni. «Pur rivestendo nel partito e nel Parlamento i massimi ruoli istituzionali – ha commentato – Rosy Bindi e Anna Finocchiaro hanno deciso di candidarsi alle primarie. Voglio esprimere il mio apprezzamento e la mia ammirazione per queste scelte, che le impegnano sui temi del Mezzogiorno, della legalità e sulla vicenda drammatica dell'Ilva». «Questo gesto – ha concluso – testimonia non solo una disponibilità personale veramente grande, ma anche una novità che stiamo proponendo al Paese: una politica fatta di forme nuove, di stili nuovi, di un nuovo rapporto tra i partiti e i cittadini». Altri probabili capilista, anche se candidati alle primarie, dovrebbero essere Cesare Damiano e Stefano Fassina: l'ex ministro del Lavoro corre in Piemonte e il responsabile economia a Roma, ma dovrebbero essere comunque messi in posizione «privilegiata», perché l'idea è quella di «valorizzare» anche chi ha fatto le primarie. Nella quota protetta, invece, dovrebbero esserci il consigliere di Pier Luigi Bersani, Miguel Gotor, e il veltroniano Walter Verini. Sempre tra i probabili capilista il vice-segretario del partito Enrico Letta, il capogruppo alla Camera Dario Franceschini e le stesse Bindi e Finocchiaro. Proprio Fassina ieri ha polemizzato con Piero Ichino che aveva chiesto a Bersani di abbandonare la linea del responsabile economico del Pd convergendo invece sull'agenda Monti. «Mi dispiace per la continua personalizzazione degli attacchi del senatore nei miei confronti – ha replicato – Io ho cercato di dare un contributo alle posizioni del Partito democratico, trovando spesso approvazione negli organismi dirigenti, e mi piacerebbe se si confrontasse con me nel merito, senza personalizzare». «Lui ha il privilegio di avere una grande visibilità mediatica – ha aggiunto – ma credo non sia utile neanche alla concezione del partito che abbiamo questo continuo attacco personale. Dopodiché andiamo avanti serenamente anche perché,a differenza sua, io mi confronterò con gli elettori di centrosinistra di Roma il 30 dicembre e loro valuteranno se le proposte che ho fatto in questi anni sono meritevoli di andare avanti o se invece devono essere accantonate». Qualche sorpresa tra i candidati di Sinistra e Libertà di Nichi Vendola. È infatti in lista Roberto Natale, Presidente della Federazione nazionale della Stampa. Il quale si è dimesso dall'incarico. «Ho accettato la candidatura alle prossime elezioni politiche, e dunque rassegno immediatamente le dimissioni da Presidente della Fnsi – ha scritto in una nota – L'informazione italiana, segnata da conflitti di interesse e da anomalie che ci tengono lontani dell'Europa, sta attraversando una crisi profonda, che soffoca l'autonomia, mette a rischio l'esistenza di tante voci essenziali, tiene in una devastante precarietà migliaia di colleghi, rende fragile il nostro pluralismo. Sono indispensabili interventi profondi, da attuare mettendo a frutto - se avrò la possibilità di partecipare all'attività parlamentare - le proposte elaborate in questi anni».