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«Salvatore ha mantenuto la stessa compostezza dei momenti bui»

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Stamattina(ieri, ndr) l'ho sentito subito dopo la notizia: anche in un momento felice, l'ho trovato sereno e ha mantenuto la stessa compostezza dei momenti bui». Lo riferisce il sindaco di Bari, Michele Emiliano, che ha appreso dai parenti di Salvatore Girone, la moglie e il padre, della decisione dell'Alta Corte del Kerala di concedere la licenza natalizia di due settimane per i due marò trattenuti in India dal 15 febbraio scorso. «I due rinvii dei giorni scorsi ci avevano messo in ansia - aggiunge il primo cittadino - io gli avevo detto che San Nicola lo avrebbe protetto sia come barese ma anche come protettore dei marinai. E Salvatore è un marinaio. San Nicola quello che doveva fare l'ha fatto» gli ho detto. In questi mesi i contatti con la famiglia ma anche con il fuciliere della Marina militare italiana sono stati costanti. «Devo dire che il primo pensiero di Salvatore è sempre stato per i parenti dei pescatori morti - spiega - Pur sentendosi totalmente innocente, ha sempre manifestato grande comprensione per loro e rispetto per la giustizia e la repubblica indiana. E ha espresso ammirazione per le famiglie dei pescatori che si sono comportate sempre in maniera straordinaria: mai hanno fatto dichiarazioni ostili nei loro confronti». Salvatore Girone vive a Torre a Mare, frazione di Bari, insieme alla moglie Vania Ardito e ai figli, un maschio di undici anni e una femmina di cinque. «Ci auguriamo che questo bell'evento porti fortuna a Taranto. Con tutto il cuore. Per i tarantini questo deve essere l'inizio di una nuova era che guardi veramente alle cose positive, impegnandosi naturalmente» ha detto Ippazio Stefano, sindaco di Taranto, città di Latorre. La vicenda che vede il caso dei marò al centro di un braccio di ferro con le autorità indiane è iniziata il 15 febbraio, quando i due marò furono arrestati a Kochi, nello Stato del Kerala, con l'accusa di aver ucciso due pescatori locali, Valentine Jalastine e Ajeesh Pinku, scambiati per pirati. I due fucilieri del reggimento di San Marco si trovavano a bordo della petroliera Enrica Lexie in missione anti-pirateria e avevano sparato alcuni colpi all'avvistamento di un'imbarcazione sospetta. Le autorità del Kerala incriminarono i due per omicidio volontario, sostenendo che l'incidente fosse avvenuto nelle acque sotto giurisdizione indiana. L'Italia ha sempre sostenuto invece che i colpi furono esplosi in acque internazionali, rivendicando la propria esclusiva giurisdizione. Dopo un periodo di detenzione, Girone e Latorre hanno ottenuto la libertà vigilata il 30 maggio scorso, con l'obbligo di firma e il divieto di lasciare Kochi, dove alloggiano in un hotel. Il caso ha contrapposto Italia e India - legate da ottimi rapporti commerciali - in una lunga ed estenuante battaglia nelle aule giudiziarie, tuttora in corso. Sulla questione centrale della vicenda - ovvero a chi spetti la giurisdizione - si attende ancora la pronuncia della Corte Suprema indiana

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