Avanti tutta con le interviste in televisione e alla radio per recuperare consensi in vista della sfida con il Pd.
Specialmentedopo che ieri il pubblico ministero di Milano ha chiesto per l'ex premier un anno di condanna per il processo Unipol, che ha al centro la pubblicazione della telefonata Fassino-Consorte, e nel quale il Cavaliere è accusato di concorso in rivelazione di segreto d'ufficio. Immediate sono arrivate le reazioni del Pdl: «Le indagini e la richiesta della Procura, come al solito, rappresentano la colonna sonora di ogni campagna elettorale – ha commentato il segretario Angelino Alfano – La richiesta di condanna del presidente Silvio Berlusconi, infatti, appare paradossale e contro ogni logica, soprattutto dopo la richiesta di archiviazione avanzata, prima, dalla stessa Procura. Questo improvviso cambio di orientamento non ha alcuna spiegazione alcuna, se non nella precisa volontà di condizionare il risultato elettorale». La spiegazione che il Cavaliere dà di queste richieste è sempre la stessa: vogliono attaccarmi perché sono di nuovo sceso in campo. Per questo vuole sfruttare fino in fondo la possibilità di difendersi in televisione. Stamani sarà a Gr Parlamento mentre domenica pomeriggio potrebbe intervenire da Giletti su Rai Uno. Ancora in trattativa l'intervista a «In Onda» su La7, ma è ancora incerto se nella puntata di sabato o domenica sera. Ieri l'ex premier ha registrato una serie di interviste su alcune televisioni locali, da mandare in onda scaglionate fino a Natale. E si dice pronto, anzi assicura di essere lui il primo a volerlo, a fare un confronto in tv con gli altri due «competitor», Bersani e Monti. E non è escluso, poi, che oggi l'ex premier decida di intervenire in aula alla Camera per il voto finale sulla legge di stabilità. Apertissima la partita con Monti e Casini: con quest'ultimo è ormai guerra aperta e Berlusconi continuerà ad attaccarlo, spiegando l'inutilità di dare il voto a quelli che chiama «partitini». Più delicata la vicenda con l'ex premier. Il Cavaliere, anche se ufficialmente sminuisce il «peso» elettorale del Professore in privato non ne sottovaluta affatto l'appeal elettorale. Fonti del Pdl raccontano che a Berlusconi non sia piaciuto lo spot elettorale del premier di ieri a Melfi. Non è possibile, avrebbe osservato, deve dimettersi subito e lasciare palazzo Chigi se vuole fare politica. Ma non appena il quadro sarà chiaro, partirà la controffensiva: scontro frontale con il Professore, accusato, insieme a Casini, di essere il cavallo di Troia della sinistra. Pa. Zap.