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Erica Dellapasqua La stangata di Natale.

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Scatenatecontro lo «scalone» anche le associazioni dei consumatori, che colgono l'occasione per chiedere un congelamento di tutte le tariffe, dall'acqua ai rifiuti. Il nuovo indice, pubblicato lo scorso 13 dicembre, tradotto in «soldoni» comporterà aumenti, come anticipato, in media del 6%. Così l'importo da pagare in caso di divieto di sosta passerebbe dagli attuali 39 a 41 euro, il mancato utilizzo della cintura di sicurezza da 76 a 80 euro, l'uso del telefonino mentre si è alla guida da 152 a 161 euro. Più salata, in proporzione, la sanzione per chi ignorerà il semaforo rosso, che cresce di ben 7 euro raggiungendo quota 163, stesso discorso per l'eccesso di velocità tra i 10 e 40 orari, si passa da 159 a 168 euro. Cifre che fanno riflettere, se all'orizzonte ci sono ulteriori incrementi, perché – come riporta anche uno studio del Centro Antonella Di Benedetto – l'Italia è prima nella classifica europea delle infrazioni, più 1.512% in dieci anni, un verbale ogni 12 secondi a Roma, dunque l'effetto deterrente resta debole. Potrebbe però portare risultati in termini di incassi, ed è ancora il caso della capitale, dove si «sgarra» meno ma, parallelamente, si tende a pagare subito, e dunque – a fronte della diminuzione del numero di infrazioni - la bilancia pende a favore del Comune. Indipendentemente dalle analisi, alla vigilia di questo prospettato inasprimento un po' tutti – dal Codacons al Centro studi Promotor – chiedono al governo di fare retromarcia. Carlo Rienzi precisa che ìi comportamenti scorretti vanno sanzionati, noi siamo a favore delle multe ma non si può dare addosso ai cittadini in modo così ossessivo, Gianprimo Quagliano, presidente di Promotor, chiede ìdi sterilizzare gli aumenti con un provvedimento politico: abbiamo le imposte sui carburanti più pesanti d'Europa, il settore è stremato, il crollo delle vendite ha portato il nostro mercato al livello di 33 anni fa, mentre Giordano Biserni, presidente dell'Asaps, propone di «attingere al tesoretto delle multe elevate agli stranieri, che raramente vengono contestate sul posto e sono milioni di euro che non entrano in cassa: se l'Italia fosse efficiente nel riscuotere anche le multe degli stranieri, oggi non ci sarebbe motivo di calcare la mano». Effettivamente da circa quattro anni, con la regolamentazione di procedure ad hoc, sta puntando a recuperare i «crediti» fuori confine anche il comune di Roma, dove si registrano tendenze, inaspettate, che molto hanno a che fare con la congiuntura economica. Nella capitale, stando agli ultimi dati resi disponibili dall'Ufficio contravvenzioni del Campidoglio, calano le multe ma aumentano gli incassi. In tempi di crisi, spiegano gli addetti ai lavori, non è un controsenso perché, se da un lato anche i più indisciplinati sono portati a prestare più attenzione limitando al minino il rischio di incorrere nell'infrazione, dall'altro la tendenza è quella di «saldarla» subito, evitando di far raddoppiare gli importi magari con l'arrivo della cartella esattoriale. Così il comune nel 2011 ha incassato 89 milioni e mezzo di euro contro gli 86 dell'anno precedente, a fronte però di un decremento dei verbali circa del 20% (2.135.426 multe nel 2011, l'anno prima 2.651.311). In attesa del bilancio 2012, le statistiche sembrano confermare il trend: nei primi sei mesi dell'anno i vigili di Roma hanno elevato più di un milione di contravvenzioni, circa 170mila in meno dello stesso periodo dello scorso anno. Insomma la benzina vola, si sale sui mezzi pubblici che triplicano il numero di abbonamenti annuali eppure, tornando al «caro multa», il paradosso è che «l'auto si usa meno per parsimonia, ma costa sempre più – è l'analisi di Aci-Censis – lo scorso anno, tra costi fissi (assicurazione e bolli) e costi variabili (carburante, autostrada, multe), l'auto costava in media 3.278 euro, mentre quest'anno il costo è salito a 3.425,00 euro». Angelo Sticchi Damiani, presidente dell'Aci, invita dunque a un'inversione di tendenza, perché «insistere con questi aumenti è un assurdo accanimento».

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