Salgono a 1,25 miliardi le risorse per Comuni e Province
Unaconferenza dei capigruppo di montecitorio, convocata per oggi definirà peraltro gli ultimi passaggi parlamentari dei documenti di bilancio. Intanto continuano ad arrivare modifiche. Le risorse per allentare i patto di stabilità interno per province e comuni, e ridurre i tagli, salgono a 1,25 miliardi. Le somme previste da una precedente formulazione dell'emendamento erano pari a 850 milioni. In particolare 600 milioni andranno per l'allentamento del patto per i comuni, 200 milioni per le province, 180 milioni per i comuni con meno di 5.000 abitanti, e 20 milioni ai comuni che hanno aderito alla presentazione dei bilanci sperimentali. Alla somma raggiunta, pari a un miliardo, di sommano altri 250 milioni di minori tagli per i comuni. Intanto l'Anci ha inviato a Monti un appello urgente affinchè sia eliminato l'emendamento approvato ieri in Commissione che sospende sino al 31 dicembre 2013 l'attuazione del corredo normativo relativo all'istituzione delle Città metropolitane. Tra le ultime novità, buste paga di dicembre più pesanti per i lavoratori colpiti dal terremoto dello scorso maggio in Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia: potranno restituire i contributi Inps e Inail a rate e non più in un'unica soluzione, da versare entro il 21 dicembre. La soluzione unica del pagamento viene superata con una rateazione mensile, dove la somma Irpef-contributi da restituire non può superare 1/5 dello stipendio. Il disegno di legge di stabilità sancisce anche il congelamento della riforma delle province: si proroga l'entrata in vigore delle norme contenute nel decreto salva-Italia, che riguardano il trasferimento delle funzioni alle Regioni e ai Comuni, e si stabilisce lo stop alle elezioni nel 2013. Con un subemendamento presentato da Gilberto Pichetto Fratin (Pdl), si allinea la riorganizzazione delle prefetture a quelle delle Province. L'esame della commissione proseguirà nel pomeriggio e poi in seduta notturna in modo da rispettare la dead line dell'aula di domani mattina. Il governo, secondo quanto si apprende, sarebbe intenzionato a porre la questione di fiducia e il via libera del Senato potrebbe arrivare già oggi, visto che non sono necessarie le 24 ore di tempo tra la richiesta e il voto, come avviene alla Camera. Poi il provvedimento passerà alla Camera per l'approvazione finale e anche qui l'esecutivo dovrebbe chiedere la fiducia.