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Parole, fumo e digiuno Ecco le «armi» di Marco

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Anche domenica il leader non ha rinunciato alla Conversazione settimanale con Bordin

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L'avvertimentodi Massimo Bordin suona come pleonastico. Basta dare un'occhiata al tavolo dello studio di Radio Radicale per notare che davanti al microfono, ancora prima che Marco Pannella prenda posto, è già sistemato un posacenere. È forse la principale caratteristica della Conversazione settimanale che, ogni domenica, accompagna due ore della vita di addetti ai lavori, militanti radicali, semplici simpatizzanti. Un appuntamento fisso la cui origine si perde tra le nuvole di fumo dei sigari di Marco, della pipa di Massimo, delle sigarette di entrambi. «Esistiamo sicuramente dall'inizio di questo millennio - racconta Bordin sorridendo -, ma anche dal precedente». Gran parte della trasmissione ruota ovviamente attorno a Pannella. Alla sua «logomachia», come ama definirla. Lui parla e il suo interlocutore ascolta, annuisce, talvolta bofonchia e lo interrompe scatenando quelli che sembrano improvvisi scatti d'ira. Un sorta di gioco delle parti. Bordin prova a «guidare» la conversazione proponendo spunti, temi d'attualità, leggendo i commenti che arrivano in diretta via web, ma arginare il leader radicale è impresa ardua. È lui a riempire la scena. E l'ha fatto anche domenica scorsa collegandosi tramite Skype dalla clinica in cui è stato ricoverato per il peggiorare delle sue condizioni fisiche dopo sei, ieri sette, giorni di sciopero della fame e della sete. Visibilmente segnato dal digiuno, i lunghi capelli bianchi raccolti nel caratteristico codino, un maglioncino nero a collo alto con la zip e il sigaro in mano. Immancabile. Provocatoriamente ostentato. «Un appuntamento di tipo particolare, oserei dire straordinario - ha esordito Bordin -. Non è la prima volta per la verità, ma come gli ascoltatori di Radio Radicale sanno Marco Pannella è entrato nel sesto giorno di sciopero totale della fame e della sete. Il bollettino medico di mezzogiorno, che avete ascoltato, non è affatto rassicurante. C'è stato anche un episodio cardiaco che i medici hanno registrato. Insomma, come spesso gli è capitato, Pannella sta di nuovo rischiando la vita». «Questo programma - ha proseguito - è in collegamento dalla clinica dove, non per sua volontà ma su richiesta dei medici, è ricoverato. Ovviamente Pannella è personaggio che riesce a fumare il sigaro toscano anche nella stanza di una clinica». Ed eccolo lì. Seduto davanti al microfono come fosse in studio. Davanti a sé gli immancabili fogli. Agenzie di argomenti che lo hanno particolarmente colpito, appunti, brani di libri fotocopiati. Non si vede, ma da qualche parte potrebbe anche esserci una copia di Le Monde, o di qualche altro giornale straniero. Il meccanismo, anche a distanza, non cambia. Bordin, sigaretta in mano, «provoca». Pannella, affaticato, risponde. Parla della sua battaglia contro quella che ha più volte descritto come «flagranza piena di criminalità dello Stato». Contro quelle carceri che sono «strutturalmente luoghi di tortura senza torturatori, solo torturati». Il collegamento via Skype ogni tanto lo penalizza. Le frasi arrivano a scatti. Qualche parola si perde, così si passa alla modalità solo audio. Massimo legge i messaggi che arrivano da Twitter con l'hashtag #iostoconmarco: «Sembrano i primi tempi di Radio Radicale». «Sì - risponde Marco - sembrano i primi tempi. Noi siamo gente di altri tempi. Altri tempi: futuri». Quasi un invito a non perdersi la prossima Conversazione settimanale.

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