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I «ribelli» Meloni e Crosetto: «Non stiano né con l'uno né con l'altro»

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Insomma«vogliamo un altro centrodestra, un luogo giusto dove batterci per le nostre idee, se non è il Pdl siamo pronti a costruirne uno con chiunque voglia starci». Nel giorno in cui il Pdl avrebbe dovuto tenere le sue primarie per la premiership Giorgia Meloni e Guido Crosetto raccolgono i delusi del centrodestra attorno a una «cosa diversa», più credibile, per esempio «che scelga tra Scajola e Dell'Utri o me e Giorgia», ma soprattutto – ancora Crosetto - «capace anche di dire al suo fondatore: non siamo d'accordo con te». Sempre lui ironizza sul convegno Italia Popolare dell'ala «montiana» del partito, «persone che, dopo averlo avversato, chiedono ora che Monti guidi il centrodestra, come Mussolini che organizza una festa per Badoglio», mentre la Meloni sottolinea un'altra concomitanza: «Nel giorno in cui si paga la seconda rata dell'Imu si invoca Monti, sono sorpresa da questi colleghi folgorati sulla via di Damasco». Alle 9, con un'ora di anticipo, fuori dall'Auditorium Conciliazione («siamo stati obbligati a prendere la sala più grande di Roma - ha esordito la Meloni - per contenere tutta la rabbia, il riscatto, la speranza») c'era già gente. Tante magliette «senza paura», più bandiere dell'Italia che simboli, l'attesa di «sentirsi annunciare la svolta». 1.800 posti a sedere, molti in piedi, tutta la base romana ma anche quella arrivata da fuori, Milano, Salerno, senza «generali e colonnelli» come ha detto la Meloni, ma sostenitori, Francesco Storace, Alfredo Mantovano, Giuseppe Moles, Deborah Bergamini, Marco Taradash, Francesco Lollobrigida, Mario Mauro, presidente del Pdl al gruppo Ppe. Cancellata la parte del voto restavano «Le primarie delle idee», così dal palco si è partiti coi contenuti, Europa ed etica pubblica, lavoro e impresa, ma dopo quasi due ore la sala spingeva per ascoltare altri impegni, quelli politici, quindi è stato Giuseppe Cossiga – nel ringraziare «colui che anche se non si vede c'è», Fabio Rampelli – a cedere il suo spazio ai due organizzatori: «Un centrodestra credibile sceglie un candidato giovane e non sale sul carro di Monti perché glielo chiedono i poteri forti», dice che sono «paletti irremovibili» Crosetto, e chiude la Meloni: «Berlusconi disse di voler passare il testimone alla nuova generazione, la sua ricandidatura sarebbe un errore decisivo».

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