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Draghi: economia debole anche nel 2013

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Il presidente I leader europei devono istituire un'autorità di risoluzione delle crisi bancarie Nel 2012 fatti progressi importanti. Le riforme hanno avuto un costo ma daranno risultati

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Ilpresidente della Bce Mario Draghi parlando al Parlamento europeo ha fatto il punto sulla situazione economica dell'Eurozona. Lo scenario offre pochi spiragli di luce nell'immediato e Draghi spiega che il rigore e le politiche di aggiustamento dei bilanci «erano inevitabili» come pure gli effetti recessivi nel breve termine. In alcuni Paesi si è creata una «situazione molto penosa» che ha portato alla richiesta dell'intervento del fondo anti-crisi. «Questa è una preoccupazione seria», ma non ci sono alternative, ha detto Draghi. Ma se i costi delle riforme e del risanamento dei conti nell'immediato «sono rilevanti per la popolazione», «poi daranno benefici». E comunque quest'anno, anche se «dolorosi» sono stati compiuti dei «progressi importanti per le riforme e la stabilizzazione dei mercati». La via d'uscita è di «mitigare l'effetto recessivo concentrandosi più sul taglio di spesa che non su aumenti delle imposte, sulle riforme strutturali, nella speranza che si ricominci a esportare e di qui rilanciare crescita e occupazione». Il presidente ha rilevato che «alcuni Paesi stanno mitigando gli effetti delle correzioni grazie al miglioramento dell'export». E proprio le esportazioni sono il segnale che «il risanamento è in corso». Draghi ha fatto l'esempio dell'export di merci e servizi cresciuto del 27% in Spagna dal 2009, del 14% in Irlanda, del 22% in Portogallo e del 21% in Italia. A questo dato si aggiunge «un miglioramento del costo del lavoro». Draghi ha ricordato che complessivamente «i fondamentali dell'Eurozona sono equilibrati» e che tutta l'azione anti-crisi è stata volta a «isolare» le debolezze di singoli Paesi. In ogni caso la Bce ritiene che le prospettive di medio termine dell'attività economica restino problematiche. La domanda interna è condizionata negativamente da consumi deboli, dalle valutazioni del business, dall'aggiustamento dei bilanci bancari e delle imprese «che continuano a pesare sulle decisioni di investimento». Il prossimo anno alcune banche europee restituiranno anticipatamente i maxi prestiti agevolati a 3 anni concessi dalla Bce, tra fine 2011 e inizio 2012, senza che questi si siano tradotti in credito supplementare all'economia reale. Sempre in tema di banche Draghi ha indicato che occorre con «urgenza» definire in modo chiaro che cosa si intende per legacy asset delle banche ai fini della ricapitalizzazione diretta da parte dell'Esm (fondo anti-crisi). Si tratta di decidere a partire da quale momento, quindi sulla base di quale situazione delle banche nel passato, può scattare la ricapitalizzazione. Draghi ha detto che non è compito della Bce chiarire questo punto. L'Eurogruppo finora non è riuscito a concordare una linea. La Germania, insieme con Olanda e Finlandia, ha finora sostenuto che la ricapitalizzazione diretta deve essere considerata a partire dal momento in cui entra in vigore il meccanismo. Il presidente ha ricordato anche che sono stati erogati alle banche quasi mille miliardi ma questo denaro «non sempre è arrivato all'economia» reale. Eppure con le maxi iniezioni di liquidità «è stato evitato uno scenario disastroso». Infine Draghi ha sollecitato i leader europei ad istituire un'autorità di risoluzione delle crisi bancarie «per evitare di ricorrere ai soldi dei contribuenti».

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