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«A volte le idee politiche possono divergere, ma l'amicizia di una vita viene prima di certe cose, per questo dovunque deciderà di andare Ignazio, là andrò anch'io

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Loripeteva, poco più di un mese fa, Maurizio Gasparri a chiunque gli chiedesse se nel futuro del Pdl si palesasse una scissione degli ex An. Tutti negavano a mezza bocca quello che, ogni giorno che passava, sembrava sempre più evidente. Ma su un aspetto nessuno avanzava dubbi: qualsiasi cosa succederà, La Russa e Gasparri non si separeranno. E invece ieri è successo proprio questo. Il primo, l'ex ministro della Difesa, trasloca in un nuovo movimento di alla destra del Pdl, portando con sé una considerevole pattuglia di parlamentari che comprenderebbe, sostiene lui, anche qualche ex forzista. Il secondo resta nella sua attuale casa politica, quel Popolo delle Libertà che, con la partenza degli ex An verso altri lidi, sembra tornare ad assomigliare sempre più alla Forza Italia che fu. Cosa abbia determinato un divorzio così inaspettato non è al momento lecito saperlo. Di sicuro la separazione non sarà avvenuta con i fucili in mano, così come pacifica è stata, almeno stando a sentire La Russa, la decisione di lasciare il Pdl per poi comunque federarsi insieme nelle prossime elezioni. Alleati con il Cavaliere com'era successo fin dal 1994, ma mai più sotto la stessa insegna. Sembravano inseparabili, Maurizio e Ignazio. In un panorama mai così frastagliato come quello degli ex missini, poi ex An, una delle poche certezze era che Gasparri e La Russa avrebbero comunque continuato a combattere nello stesso esercito. Storace salutava tutti per fondare La Destra, Fini abbandonava il partito di cui era cofondatore per creare Fli. Ma di loro due non era permesso dubitare. Insieme nel sostenere Almirante, poi finiani convinti, quindi ticket di vertice dell'ala berlusconiana di An, infine capofila degli aennini rimasti nel Pdl nei giorni difficili dello strappo con il Presidente della Camera. Forti di una corrente, Destra Protagonista, che con le sue posizioni liberal, tanto vicine a quelle del Cavaliere da venir poi definiti «Berluscones», era diventata a poco a poco maggioranza tra gli ex An. In apparenza non potevano sembrare più diversi. Uno del profondo sud, la Sicilia di Paternò; l'altro figlio di quella madre feconda che era la destra romana. L'uno provocatore, l'altro più portato alla mediazione, con il gusto della battuta di spirito anche nei momenti più delicati. Un po' come il politziotto cattivo e quello buono. E chissà che non sia stato proprio il carattere diverso a determinarne la separazione. La Russa non voleva morire «forzista» né «montiano», Gasparri ha preferito credere ancora nel progetto a cui ha dedicato gli ultimi anni politici: «In questo periodo - ha scritto in una lunga nota ieri - ho sempre agito per l'unità e la coesione del Pdl che continuo ad auspicare fortemente, cercando su ogni tema la sintesi e le risposte vere a problemi reali. Il Pdl rappresenta l'approdo del cammino compiuto dalla destra politica italiana, per contribuire a fare della nostra una Nazione moderna». «Ed è questo cammino - ha aggiunto - che intendo continuare a percorrere, per coerenza con quanto ho fatto con profonda convinzione». E adesso cosa succederà alla destra del Pdl? Del movimento che verrà non è stato ancora deciso un nome. Uno in realtà La Russa ce l'aveva pronto, Centrodestra Nazionale, ma alla fine tutto potrebbe tornare in discussione. Perché in questa partita l'ormai ex coordinatore del Pdl non è solo: nei prossimi giorni a lui dovrebbero affiancarsi anche Giorgia Meloni e Guido Crosetto, promotori domenica della manifestazione «Le primarie delle idee» in contrapposizione all'ala montiana. I tre si siederanno intorno a un tavolo e decideranno - insieme - nomi, simboli, ruoli e composizione delle liste. L'annuncio ufficiale potrebbe arrivare nel giro di un paio di giorni. «Non intendiamo confluire in un movimento preconfezionato - hanno scritto Meloni e Crosetto, che oggi incontreranno Berlusconi - vero è invece che il nostro movimento si sta confrontando sia con La Russa che con altre anime del Pdl, ovvero con tutti coloro che condividono le sue fragilità per verificare possibili convergenze». Del rassemblement, invece, non farà parte Francesco Storace. Ieri, alla prospettiva della nascita di una nuova lista di destra ha commentato che in realtà un partito in quello spazio già c'è, ed è il suo. «Chi si agita nel centrodestra ha il dovere della chiarezza - ha tuonato l'ex governatore del Lazio - noi non siamo disponibili a una coalizione con Mario Monti. Non avrebbe senso formare un'altra lista alleata del Pdl uscendo da quel partito. Ma a chi lo spieghereste?».

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