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Silvio cerca voti: «Via subito l'Imu»

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Il Cav fa appello a Monti, ma intanto continua la sua campagna elettorale

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Dagiorni, disciplinato, ripete che «se Mario Monti accetterà di mettersi alla guida di tutti moderati», lui rinuncerà a candidarsi per la sesta volta negli ultimi 18 anni. Una frase che basta per tenere tranquilli quelli che, all'interno del Pdl, lavorano per riportare il Professore a Palazzo Chigi. Il problema è che il premier non scioglierà la riserva prima del 21 dicembre. Così, nel frattempo, il Cavaliere prosegue la sua campagna elettorale. Da quando, mercoledì, ha lanciato il suo endorsement montiano durante la presentazione dell'ultimo libro di Bruno Vespa, Berlusconi si è concesso un solo «giorno di riposo» per partecipare al vertice del Ppe a Bruxelles. Il resto del tempo lo ha trascorso in giro per programmi Mediaset: venerdì a Studio Aperto, sabato al Tg5 e ieri oltre un'ora ospite di Barbara D'Urso a «Domenica Live» per una sorta di monologo intervallato da qualche curioso fuorionda («dopo mi domanda...» ha detto il Cav mentre entrava la pubblicità). Una mobilitazione che getta più di un dubbio sulla reale intenzione del Cavaliere di lasciare la scena a Monti. Al contrario l'ex premier sembra aver rispolverato il repertorio dei giorni migliori. Un mix di storie strappalacrime legate alla sua vita e promesse elettorali. Ieri è passato senza colpo ferire dal parto naturale («anch'io sono nato con parto naturale. Avevo il cordone ombelicale attorno al collo ma un medico non comunista ha aiutato mia madre a farmi nascere») all'annuncio ufficiale del suo fidanzamento con Francesca Pascale («Finalmente ora mi sento meno solo. Ci sono 49 anni di divario d'età. È una ragazza bella di fuori e ancora più bella dentro, mi vuole molto bene e io la ricambio»), dalla solita lezione di diritto sui ridotti poteri del presidente del Consiglio alla definizione dei due punti iniziali del programma: taglio delle tasse e abolizione dell'Imu. «L'Imu è una patrimoniale - ha esordito -. Noi la aboliremo e non ci sarà mai più una tassa sulla casa che è il pilastro su cui la famiglia costruisce la sicurezza del proprio futuro». Parole che bastano per scatenare sia Pier Ferdinando Casini («Se la gente sta pagando l'Imu, se è salassata la colpa è di chi 4 anni fa per pura scelta demagogica ha tolto l'Ici») che del Pd. «Nel delirio politico del suo intervento - attacca il responsabile Enti Locali del partito Davide Zoggia -, una cosa utile l'ha fatta: ha contribuito a ricordare agli italiani, alla vigilia dell'ultimo giorno, il pagamento dell'Imu, cioè della tassa Berlusconi. L'unica vera eredità del suo governo». Per il Cavaliere è solo pubblicità gratuita che gli serve per non uscire dal dibattito politico. Un po' come quando dice che a lui «fare politica non piace. Lo faccio solo perché s'ha da fare». È questo il motivo per cui sarebbe felice di passare la mano a Monti. Peccato che, allo stesso tempo, stia lavorando all'alleanza con la Lega in Lombardia. Stamattina vedrà Roberto Maroni prima del consiglio federale del Carroccio in programma alle 13 a Milano. Il Cavaliere vorrebbe un ticket tra l'ex ministro leghista e Mariastella Gelmini. Ma prima c'è da sistemare il «montiano» Gabriele Albertini.

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