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Il Colle rassicura i mercati: «Il rigore non verrà meno»

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Loha assicurato Giorgio Napolitano parlando agli ambasciatori di tutto il mondo ricevuti al Quirinale per la tradizionale cerimonia degli auguri di Natale. Il capo dello Stato ha voluto dare un primo segnale, soprattutto all'esterno, a quegli interlocutori internazionali, da ultimo e in modo esplicito i vertici del Ppe, che in questi giorni stanno enfatizzando la figura del nostro presidente del Consiglio quale garanzia di tenuta dell'Italia in vista delle elezioni. «Non ci si lasci allarmare dalle tensioni che hanno investito nei giorni scorsi il governo Monti provocandone le dimissioni - ha detto il Capo dello Stato -, questo difficile passaggio sarà superato». Insomma, anche se ci saranno le elezioni anticipate «gli assi portanti delle nostre relazioni internazionali non cambiano, come non cambia il rispetto degli impegni presi». Perché, spiega Napolitano, il «banco di prova del senso di responsabilità e della vocazione europea di ogni forza politica sarà il non mettere a rischio i progressi conseguiti dall'Italia attraverso sforzi intensi e sacrifici dolorosi» e dunque «dal confronto elettorale uscirà quel rinnovato impegno che il presidente Draghi evocava» in termini di riforma della governance dell'area euro e di politiche per la crescita e l'occupazione. «Continueremo a perseguirlo a casa nostra e nel concerto europeo», ha sancito il Presidente. D'accordo anche Monti: «È anche la mia posizione». Napolitano ha voluto sdrammatizzare il clima elettorale già teso facendo un richiamo generale alla correttezza: «Il ricambio alla guida delle istituzioni è tratto fisiologico del buongoverno e della vita democratica - ha detto -. È essenziale che si svolga pacificamente, nel rispetto dei diritti dei cittadini e in uno spirito di trasparenza, di servizio allo Stato e di certezza del diritto». Infine per il Presidente l'ultimo incontro con il corpo diplomatico è stato l'occasione per trarre un bilancio del suo settennato riguardo i rapporti internazionali: «Durante questi 7 anni il mondo non è mai stato molto lontano dal Colle - ha ricordato -. Ho ricevuto qui 86 capi di Stato, e concesso 136 udienze a personalità straniere. E quando il mondo non veniva al Colle il Presidente si è mosso verso il mondo - ha aggiunto - con 26 incontri internazionali in Italia, 74 viaggi all'estero, che hanno toccato 39 paesi e 7 organizzazioni internazionali».

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