Peggio della strage di Columbine.
Peggiodi quella al cinema di Aurora. Perché questa volta le vittime dell'ennesima, insensata strage della follia omicida in America sono in maggioranza bambini. Piccoli indifesi di un'età tra 5 e 10 anni. Ammazzati come agnelli sacrificali. Gli Stati Uniti (e il mondo intero) sono sotto choc. Il terrificante incubo è iniziato poco dopo le 9.35 quando la mamma di un bambino che frequenta la Sandy Hook Elementary School di Newtown, nel Connecticut, ha chiamato il 911, il servizio di emergenza americano, dopo aver sentito alcune esplosioni. L'intervento della polizia della cittadina è stato immediato. Ma le notizie sono diventate sempre più gravi man mano che filtravano dal «cordone» con cui era stato «sigillato» l'edificio scolastico. Il primo resoconto lo ha fatto un rappresentante della polizia, senza entrare nei dettagli. Ha spiegato che la scuola era stata messa in sicurezza dopo che erano stati evacuati tutti i bambini e che il killer era stato individuato. Non ha voluto specificare il numero delle vittime e il motivo è stato presto chiaro: il bilancio della strage si è aggravato di minuto in minuto. L'ultimo parlava di 28 vittime, di cui 20 bambini, e un ferito ricoverato in ospedale. Una donna, che si trovava nella scuola, ha raccontato di aver visto riversi due corpi, sembra del preside e dello psicologo dell'istituto, mentre il vicepreside sarebbe rimasto ferito. I bambini sono stati fatti uscire con ordine ma le scene sono state strazianti. I piccoli tremavano, piangevano, comprensibilmente terrorizzati. Quando è stato fatto l'appello, all'esterno del complesso scolastico, mancava un'intera classe. Sul posto sono arrivate ambulanze e squadre anticrimine insieme ai genitori giunti a riprendere i loro figli. Per una ventina di loro, purtroppo, lo strazio di apprendere la terribile notizia che il loro bambino era morto. Giallo sull'identità dell'assassino, identificato in un primo momento come Ryan Lanza, 24 anni, originario di Newtown, la cittadina di 27.000 abitanti a meno di 100 chilometri da New York dove è avvenuta la strage ma residente a Hoboken, nel New Jersey. Successivamente alcuni organi di stampa americani, in attesa di una conferma da parte della polizia, hanno sostenuto che l'assassino in realtà sarebbe stato il fratello minore, Adam. In ogni caso il killer si è presentato a scuola vestito di nero con almeno due armi, sembra una pistola e un fucile d'assalto calibro 223, poi rinvenuti dalla polizia. È stato trovato senza vita e secondo fonti della scuola si sarebbe suicidato. Il giovane è entrato nella classe dove insegnava la madre, Nancy, rimasta uccisa nella strage. Lanza avrebbe esploso un centinaio di colpi in due aule, prima di rivolgere una delle armi contro se stesso. Successivamente è emerso che anche il padre di Lanza è stato trovato morto nella sua abitazione mentre risultavano irreperibili la fidanzata del giovane e un amico. La polizia ha fermato anche un altro giovane che secondo le prime notizie si sarebbe trovato all'esterno della scuola durante la strage e potrebbe essere un complice del folle assassino. Il governatore del Connecticut, Dan Malloy, si è subito recato sul posto dove ha incontrato i familiari delle vittime. Il presidente Obama, che in precedenza gli aveva telefonato, è apparso in televisione commosso fino alle lacrime. «Abbiamo assistito a troppe di queste tragedie - ha detto dalla Casa Bianca - e ogni volta ho reagito come uomo, come padre prima che come presidente. Non c'è un americano che non senta un dolore enorme. I nostri cuori sono infranti. Questa sera abbraccerò le mie figlie pensando che vi sono famiglie in Connecticut che non possono più farlo. Questi bambini sono i nostri bambini, servono azioni concrete per evitare il ripetersi di simili tragedie». Obama ha ribadito, attraverso il portavoce Jay Carney, che intende metter mano al controllo delle armi. «Dobbiamo dare il meglio - ha concluso nel suo intervento televisivo - e io come presidente farò tutto quello che è in mio potere. Tutti possiamo tendere la mano e ricordare che siamo lì per loro (i parenti delle vittime, ndr), preghiamo e facciamo loro capire che l'amore che provavano per i loro cari continuerà nel loro e nel nostro amore», ha aggiunto.