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Mai si era visto un pressing così serrato dalle cancellerie straniere a favore di Monti.

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Ilministro delle finanze Wolfgang Schaeuble è esplicito con Monti «l'Italia ha fatto grandi progressi, che non abbiamo visto con il suo predecessore. È un governo con molti successi e progressi». Il Cancelliere Merkel ha dato a chiare lettere il suo sostegno: «appoggiamo le riforme lanciate dal governo, che hanno consentito un ritorno della fiducia degli investitori nell'Italia. Endorsement anche dalla Francia. «Ho piena fiducia nell'Italia, Mario Monti ha fatto un lavoro formidabile. Le riforme non si fermeranno» afferma il ministro delle Finanze Pierre Moscovici. Elogi dall'ambasciatore Usa Thorne: ha dimostrato grande leadership e coraggio durante il suo mandato, rafforzando la posizione dell'Italia in Europa e nel resto del mondo. Poi ha sottolineato che «il 2012 è stato un anno importante in Italia, dove il governo ha avviato un processo di riforme che ha creato le basi per la crescita economica». La stampa continua a dedicare intere pagine alle vicende politiche italiane con espliciti commenti a favore del premier. Il New York Times ha qualificato il ritorno di Berlusconi come una prova di «spudorato opportunismo». Poi scrive che «Monti potrebbe evitare una sua forte affermazione alle prossime elezioni di febbraio, presentandosi come un candidato riformista e coagulando attorno alla sua causa altri centristi». Il quotidiano newyorchese sottolinea i «notevoli risultati» ottenuti da Monti nell'ultimo anno, nonostante il «ristretto margine di manovra» che gli è stato concesso dai partiti politici italiani e dai leader dell'eurozona: «È riuscito a riaffermare l'autorità del governo in Italia e ha conquistato rinnovato rispetto nelle sedi europee. Ma non solo - aggiunge - Monti ha più volte detto a Merkel che l'Italia ha bisogno di flessibilità di bilancio per combattere la recessione, e che deve avere più spazio di manovra per stimolare la crescita e investire in infrastrutture e istruzione». Secondo il Nyt, alle prossime elezioni di febbraio nessuno dei principali partiti riuscirà a dare vita a un governo senza allearsi con altre formazioni e il 18% di consensi accreditato oggi a Berlusconi sarebbe sufficiente per «riconoscergli notevole influenza». Il settimanale americano Times fa un'esame dello scenario che si apre ora in Europa con l'uscita di Monti. L'addio del premier dimostra che la situazione economica dell'eurozona e la sua crisi del debito «non sono affatto migliorate, perchè ci vuole più di un solo uomo, a prescindere da quanto sia capace, perché questo accada». Il settimanale parte dalle preoccupazioni espresse dagli investitori subito dopo l'annuncio delle prossime dimissioni di Monti, per ripercorrere il cammino fatto dall'Europa per risolvere la crisi dei debiti sovrani. «Monti è stato uno dei protagonisti dell'impegno europeo per risolvere la sua crisi del debito - ricorda Time - È riuscito a evitare che l'Italia fallisse».

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