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Ruby assente. Boccassini: colpa del Cav

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Il pm: «Dilatano il tempo, Berlusconi vuole arrivare alla campagna elettorale»

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Ascatenare l'ira del pm è stata l'assenza «non giustificata» di Ruby, chiamata a deporre ieri come teste della difesa nel processo in cui il Cavaliere è imputato per concussione e prostituzione minorile. Della giovane marocchina si sono perse le tracce e i giudici ordineranno di cercarla «in tutto il Paese», ma prima Boccassini addita la difesa di mettere in atto una «strategia» per «dilatare i tempi» puntando a una sentenza dopo il voto. Stizzita la replica di Niccolò Ghedini che rovescia la prospettiva dell'accusa: «La campagna elettorale l'ha aperta la Procura di Milano perché vuole arrivare a un verdetto di condanna prima delle elezioni». Oltre gli scambi pungenti tra pm e difesa, resta il mistero della scomparsa della giovane marocchina che, nei giorni scorsi, aveva già annunciato la sua assenza perché all'estero. In apertura d'udienza, il suo avvocato, Paola Boccardi, ha spiegato ai giudici di non potere presentare alcuna «documentazione di viaggio» per giustificare l'assenza della ragazza. «Il suo cellulare è staccato - ha informato - lei mi ha mandato solo un sms nei giorni passati per dirmi che era all'estero. Non so quando tornerà». Tanto basta per innescare la bagarre tra Boccassini («l'assenza non è documentata, non ci credo») e la difesa che definisce l'affondo del pm sulla volontà di allungare i tempi del processo come «un'aggressione intollerabile» frutto di «teorie diffamatorie». Il presidente del collegio Giulia Turri riunisce i giudici in camera di consiglio e ne esce dopo più di un'ora sancendo che a Ruby non si può rinunciare perché la sua non è testimonianza «né superflua né irrilevante». Per questo la convoca di nuovo per l'udienza del 17 dicembre e, nel frattempo, dá disposizioni alla polizia giudiziaria di cercarla in tutta Italia «anche acquisendo informazioni dalla sua famiglia e dal suo compagno». Con l'udienza «persa» ieri si allungano i tempi verso la sentenza (occorreranno ancora almeno quattro udienze). L'ultima stillettata è di Ghedini: «È grave l'accelerazione in vista della campagna elettorale di un processo che si prescriverà nel 2025. Legittimi impedimenti? Vedremo se farli valere di volta in volta». Ovviamente scoppia anche la bagarre politica. «Berlusconi torna in campo e il pm Boccassini alza il livello dello scontro. Invece di limitarsi a seguire solo ciò che avviene nelle aule di giustizia, parla di "elezioni" e lancia anatemi» sottolinea Luca d'Alessandro, deputato Pdl. Netta Jole Santelli (Pdl): «Ha ragione Niccoló Ghedini, la dichiarazione del procuratore aggiunto Boccassini lascia stupefatti. Perché - si chiede - la dottoressa Boccassini parla di elezioni?».

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