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Il capolavoro di Re Giorgio

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NapolitanoHa evitato un lento logoramento del Professore E ora il Pdl, in difficoltà, è costretto a rivedere la propria strategia

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Questoè l'ultimo capolavoro di Napolitano che si conferma il vero regista della politica italiana. Il Capo dello Stato risolve con un colpo da maestro la questione spinosa dello strappo del Pdl e al tempo stesso mette in sicurezza il Paese intestando a Berlusconi le inevitabili conseguenze di aver staccato la spina al governo proprio mentre andavano in porto alcune delle principali riforme del programma. Fonti del Quirinale spiegano che da parte del presidente napolitano c'è stata una doverosa presa d'atto della decisione del premier e la comprensione dele sue motivazioni. Ma al di là di queste doverose precisazioni diplomatiche è evidente la strategia che Napolitano ha giocato. Ricapitoliamo. Monti lascia ma le dimissioni arriveranno dopo l'approvazione della legge di Stabilità. La decisione non cambia molto nella tempistica della fine della legislatura ma modifica notevolmente lo scenario politico. Come? Napolitano ha capito che con lo strappo del Pdl ormai la legislatura è al traguardo e far passare altro tempo non gioca a favore della sicurezza del Paese. Il Pdl userebbe questo tempo per mettere su un binario morto le riforme in discussione e per utilizzare le mosse del governo in chiave strumentalmente elettorale. Aprendo la crisi Napolitano mette a segno un triplice risultato: inchioda il Pdl alla responsabilità di approvare in tempi brevi la legge di Stabilità, intesta a Berlusconi il volo dello spread (inevitabile la reazione di domani dei mercati) e scarica la campagna elettorale del Cav. Berlusconi che annunciando una crisi pensava di mettere Monti alle corde costringendolo al logoramento di una gestione di governo depotenziata e di acquisire un vantaggio rispetto al centrosinistra, ora è nell'angolo. Napolitano ha aperto una crisi vera e le carte sullo scacchiere politico si rimescolano. Tanto più che Monti potrebbe oggi stesso annunciare la sua candidatura, come si vociferava in serata. Come un anno fa quando pilotò l'uscita di scena di Berlusconi, sollecitata da tutte le cancellerie europee in modo più o meno palese (emblematica la telefonata al Quirinale del cancelliere Angela Merkel), anche in questo caso Napolitano svolge un ruolo chiave in un momento molto delicato per il Paese. Forse in pochi si aspettavano questa accelerazione dei tempi ma i segnali c'erano. Non fosse altro per la sicurezza ostentata da Monti che mentre Napolitano riceve uno ad uno i leader dei partiti, a cominciare dal segretario del Pdl Alfano, lascia Roma e se ne va tranquillo alla prima della Scala. E ha anche la battuta pronta quando ironizza su quel «Re Sole» che si «è allontanato da lui». La stessa sicurezza con cui a Cannes, partecipando a un convegno, prima di salire al Colle, dice a un giornalista che «è tranquillo» e che «la situazione è gestibile». Gestibile perchè al timone c'è Napolitano.

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