Fiducia nel Btp

Stressatida mesi di saliscendi in Borsa e con la pistola delle perdite in conto capitale sui Btp sempre puntata sulla tempia, avevano cominciato a guardare con tranquillità agli indici borsistici da qualche mese in recupero. Anche le tensioni sui titoli di Stato rientrate avevano consentito ai piccoli investitori di riaffacciarsi con fiducia alle aste di Bot e Cct. Ora la situazione politica in ebollizione rischia di raffreddare gli entusiasmi di chi pensava che il peggio fosse passato. Di seguito alcune considerazioni per prepararsi ad aprire il paracadute per i mesi prossimi venturi. Titoli di Stato Lo spread è la parola del 2012. Più la forbice tra il Btp e il Bund si allarga, maggiore è la possibilità che rivendendo un titolo italiano prima della scadenza si possa maturare una perdita. Le condizioni però rispetto allo scorso anno sono fortemente cambiati. Con molta probabilità la speculazione sugli spread avrà le armi spuntate. I suoi cannoni sono ben poco rispetto al bazooka che nel frattempo il presidente della Bce, Mario Draghi, ha armato dal bunker di Francoforte. Se lo spread andasse sopra i limiti di oscillazione considerati accettabili partirebbe, previa richiesta dei governi, un massiccio acquisto di titoli da parte della Eurotower. La sola minaccia del suo utilizzo ha ridotto a più miti consigli i fondi speculativi che sulle variazioni dei differenziali di rendimento hanno costruito immense fortune. Dunque i Btp dovrebbero soffrire meno, rispetto al passato, il normale avvicendamento politico nella guida del Paese dopo Monti. Non solo. Qualunque sia la leadership un anno di sacrifici duri almeno sono serviti a riconquistare credibilità internazionale. Dunque non ci dovrebbero essere problemi di finanziamento dello Stato nel 2013 quando le aste del Tesoro saranno meno frequenti e meno grosse in termini di importi. Puntare ancora sui bond italiani si può. E può essere anche un buon affare. Azioni Il peggio sembra passato. Per la borsa di Milano, in particolare, il livello minimo toccato lo scorso luglio è ormai preistoria. I valori sono risaliti e per un motivo molto semplice. Nonostante la recessione le società hanno un valore di libro (derivato dalla somma dei valori dei beni iscritti in bilancio e che comprendono immobili e impianti) superiore a quello risultante dalla capitalizzazione in Borsa (e cioè dalla moltiplicazione del numero delle azioni per il valore). Lo spazio di crescita insomma è ancora elevato. Anche sotto i colpi della nuova offensiva dello spread Milano ha perso circa il 2% in due giorni. Niente tracollo. Sul medio termine poi i titoli di società italiane sono uno degli strumenti migliori per difendersi da una potenziale svalutazione. Non è all'orizzonte ma resta una delle vie praticabili per fermare l'enormità del debito pubblico italiano e complessivamente europeo. In presenza di svalutazione creata attraverso l'inflazione l'unica cosa che non perde valore sono gli asset, i beni industriali e immobiliari, di cui le aziende quotate italiane sono piene. Consiglio dei broker specializzati. Se si desidera entrare in Borsa da neofiti comprare a tranche. Stessa cifra ogni mese. Il prezzo medio di acquisto alla fine, in un mercato che oscilla come quello attuale, è generalmente più basso rispetto all'ingresso in un unica soluzione. Bond societari Le aziende scontano la recessione. Vendono poco e accumulano merci nei magazzini. Per ora si stanno ristrutturando e stanno mettendo fieno in cascina per il futuro. La ripresa prima o poi dovrà arrivare. Così le emissioni di obbligazioni di grandi aziende sono interessanti sia sotto il profilo dei rendimenti sia sotto quello della solvibilità. Ovvero della possibilità di ottenere il rimborso integrale dell'investimento. Consiglio dei broker: tentare anche sui bond societari emessi in dollari. In molti si attendono un rafforzamento del biglietto verde. Le cedole pagate in dollari potrebbero, tradotte in euro, diventare più alte.