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Spread in tensione S'impenna a 330 punti

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La crisi di governo riaccende la speculazione La Borsa soffre (-0,75%) ma non è tracollo

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Ilsolo spettro della crisi di governo ha fatto saltare lo spread tra i Btp e i Bund di circa 20 punti in un giorno. Dall'apertura a quota 310, il differenziale di rendimento tra i bond del governo italiano e quelli tedeschi, ha chiuso quota 330 punti base. Un'impennata che ha interrotto una lunga serie positiva di ribassi e che avevano avvicinato, il termometro della fiducia internazionale verso il Paese, a un passo da quota 300. Un'inversione di tendenza che ha spinto il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, a suonare l'allarme: «I mercati stanno sempre a guardare, noi e l'Europa, quindi dobbiamo stare sempre attenti, sempre impegnati e continuare a proseguire, con serietà, il nostro lavoro». La reazione dei mercati allo strappo del Pdl che ieri in Senato ha deciso di sfilarsi dal voto di fiducia al dl sviluppo, mentre il Pd ha chiesto al premier Monti di recarsi al Quirinale è stata però molto giocata sul filo dell'emotività. La Borsa di Milano è andata giù, l'unica tra le piazze del Vecchio Continente a piombare in negativo con ribassi superiori al punto percentuale. Poi a mente fredda gli analisti hanno rifatto i conti e Piazza Affari, colpita anche dal tonfo di Saipem (-10,74%), è riuscita a limitare i danni e a chiudere con un -0,75%. Sul fronte opposto Francoforte che ha archiviato un solido +1,07% rivedendo i massimi di chiusura da gennaio 2008 a quota 7.534,54 punti. Più caute Parigi (+0,31%), Londra (+0,16%) e Madrid (+0,35%). Peggio è andata invece al comparto dei titoli di Stato. Il differenziale di rendimento tra i governativi a 10 anni italiani e tedeschi è volato dai 310 punti dell'avvio fino a quota 330, un livello abbandonato mercoledì scorso, con il tasso del decennale balzato al 4,59%. Le incognite sulla tenuta del governo Monti non fanno che enfatizzare lo scenario di incertezza già messo in conto dal mercato con l'avvicinarsi del test elettorale. Il nervosismo ha colpito anche il Btp biennale con il tasso balzato di nuovo sopra il 2% (2,05%), mentre di pari passo i rendimenti dei Bund decennali e quinquennali rivedevano i minimi da 4 mesi (rispettivamente all'1,3% e allo 0,31%) e il tasso del triennale tornava negativo (-0,013%) per la prima volta da tre mesi a questa parte. Va detto che sul clima dei mercati hanno pesato la revisione al ribasso delle stime sull'economia dell'eurozona da parte della Bce.La ripresa si allontana sempre di più ma per ora l'istituto centrale ha lasciato i tassi fermi al minimo storico dello 0,75% anche se c'è stata «ampia discussione», ha ammesso Draghi, lasciando capire che al vaglio c'è l'ipotesi di un taglio del costo del denaro. Forse quello che la speculazione cerca attaccando gli spread di titoli periferici.In fondo, come già dimostrato ampiamente nell'ultimo anno, i grandi fondi speculativi non tifano per nessun partito ma hanno solo bisogno di liquidità per alimentare la loro bramosia.

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