Monti: i partiti non ci hanno influenzato
Ilsegretario del Pdl Alfano tuona: il governo non ha rispettato gli impegni in materia di giustizia. E ricorda che «è l'applicazione di una delega che nasce da una legge che mi vede come primo firmatario». Insomma il governo ha tradito ma Monti da Palazzo Chigi evita qualsiasi polemica. In una affollata conferenza stampa dopo il varo del decreto, a chi gli chiede se all'origine dell'atteggiamento del Pdl possa esserci la contrarietà al decreto, il premier è chiaro: «Non appartiene al governo e a me di fare processi alle intenzioni; nè particolari orientamenti o sentimenti delle parti politiche hanno influenzato un lavoro che è stato rigoroso, ispirato ad obiettività di criteri e largamente ancorato in indirizzi dettati dal Parlamento e prima della nascita di questo governo». Poi precisa che ha «la sua radice nella legge anticorruzione e poi nella legge delega di iniziativa parlamentare». In una nota Palazzo Chigi ricorda «il clima di sfiducia diffusa e di delegittimazione delle istituzioni» a causa degli scandali giudiziari della politica. Il decreto approvato dal Consiglio dei ministri indica i reati che sbarrano la strada all'ingresso in Parlamento o nel governo, nonchè alle elezioni regionali provinciali e comunali. Cause di incandidabilità - Sono incandidabili a Parlamento e governo tre categorie di persone: coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni di reclusione per i delitti, consumati o tentati, di maggiore allarme sociale (ad esempio mafia, terrorismo, tratta di persone); per i delitti, consumati o tentati, contro la Pubblica Amministrazione (ad esempio corruzione, concussione, peculato); per delitti non colposi, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a 4 anni. Si tratta di tutte le fattispecie criminose più gravi per le quali è anche possibile la custodia cautelare in carcere (favoreggiamento personale, falso materiale in atto pubblico, stalking, voto di scambio, aggiotaggio, reati fiscali, fallimentari, furto, rapina, truffa, riciclaggio, usura, abusivismo). Durata incandidabilità - Durerà il doppio della pena accessoria dell'interdizione temporanea dai pubblici uffici. Tradotto: nel caso in cui ci sia un'interdizione dai pubblici uffici di 5 anni, il condannato non si potrà candidare per 10 anni. E in assenza della pena accessoria, l'incandidabilità non potrà essere inferiore ai 6 anni. Altrettanto vale per gli incarichi di governo. Il decreto sarà ora trasmesso alle Commissioni competenti delle Camere, che hanno 60 giorni di tempo per esprimere un parere obbligatorio, ma non vincolante.