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Sequestro Spinelli: «Nessuna contraddizione nel racconto dei fatti»

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Continuaad indagare la procura di Milano, che ha finora arrestato sei persone (tre italiani e tre albanesi). E, parallelamente, prosegue anche l'inchiesta interna dell'Aisi, mirata a verificare se nella vicenda c'è stato un impiego distorto degli agenti segreti che vigilano sulla sicurezza dell'ex premier. Da parte sua, Niccolò Ghedini, nega che ci siano contraddizioni nella ricostruzione dei fatti, come ipotizzato invece dalla stampa. Sul ruolo degli uomini dell'Aisi è tornato ieri il direttore del servizio, generale Arturo Esposito, nel corso di un'audizione al Copasir. Una settimana fa, nella stessa sede, Esposito aveva annunciato l'avvio di un'inchiesta interna per verificare eventuali responsabilità da parte degli agenti (una ventina) che si occupano della sicurezza personale di Berlusconi. Ed ancora, avrebbe risposto ai parlamentari dell'organismo, gli accertamenti non sono conclusi. Dalle deposizioni in Procura era emerso che gli uomini dell'Aisi erano stati mandati dall'ex premier a prelevare il ragioniere a casa sua per portarlo in una località sicura dopo una minacciosa telefonata dei rapitori. Un compito che non sarebbe in linea con il disciplinare che regola il servizio degli agenti che dovrebbero occuparsi esclusivamente della sicurezza personale di Berlusconi. È stato anche chiesto se gli agenti sapevano del rapimento e se hanno fatto rapporto ai superiori di quanto accaduto. Ma gli interrogativi sono rimasti ancora senza risposta. Una situazione di stallo che dà l'idea dell'imbarazzo che la vicenda ha provocato nel servizio segreto interno. Già il fatto che agenti dell'Aisi debbano fare da scorta a personalità come l'ex premier - invece di dedicarsi a compiti di intelligence - è stato ampiamente criticato da parte di alcuni componenti del Copasir. Considerando anche che il servizio avrebbe dovuto cessare un anno dopo la fine del mandato di premier da parte di Berlusconi, ma a tutt'oggi è ancora attivo. Ci vorrà quindi ancora qualche giorno per capire se dal vertice del servizio partiranno provvedimenti disciplinari nei confronti degli uomini che tutelano la sicurezza del Cavaliere. Sul fronte delle indagini della magistratura, invece, ieri è intervenuto Ghedini, legale di Berlusconi, per precisare che, a differenza di quanto scritto dal quotidiano «La Repubblica», non ci sono contraddizioni tra la versione fornita agli inquirenti dello stesso legale e quella di Spinelli. Ghedini, in particolare, ha ribadito che Berlusconi seppe del sequestro solamente il 17 ottobre, due giorni dopo che i rapitori entrarono in casa del ragioniere. L'avvocato spiega di aver «sempre avuto il convincimento, fin dalla telefonata del giorno 16, che il ragionier Spinelli era in uno stato di costrizione». «Di tale situazione – prosegue – Spinelli parzialmente e senza riportare tutti i particolari, e quindi in modo non definitivo, me ne dava conto nella tarda serata del giorno 16, telefonicamente, ribadendo però di non volere in alcun modo contattare l'autorità giudiziaria. Soltanto nella mattina del 17 raccontava l'intera vicenda all'onorevole Berlusconi». Il quale mandava la sua scorta di 007 a casa del ragioniere aprendo un nuovo fronte nel «giallo» del rapimento.

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