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Rinasce l'asse Tremonti-Lega: alleanza in Lombardia e alle Politiche

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Troppostretto il suo rapporto con Umberto Bossi favorito, probabilmente, anche dal fatto che l'ex ministro dell'Economia è nato e cresciuto a Sondrio. Territorio in cui il Carroccio ha sempre avuto un discreto successo elettorale. Così, quando ieri il leader della Lega Roberto Maroni e Tremonti si sono presentati davanti ai giornalisti per una conferenza stampa, nessuno si è sorpreso né per l'accoppiata, né per la notizia annunciata: l'ex ministro dell'Interno ha infatti siglato un'alleanza elettorale con 3L, la lista fondata da Giulio. Una sorta di «ritorno al passato» che rappresenta la base per affrontare la sfida delle regionali, ma anche quella delle Politiche del 2013. Il Pdl, per ora, non è compreso nel «pacchetto». Maroni, candidato leghista al Pirellone, è deciso a chiudere la partita «entro una settimana», se non avrà risposte dal partito di Berlusconi e Alfano andrà avanti per la propria strada. A un anno dalla caduta del governo Berlusconi, quindi, un pezzo di centrodestra si è ricomposto a Milano. Maroni e Tremonti hanno spiegato in che cosa consiste la loro sintonia. «Siamo gli unici con una visione di quel che sarà l'Europa del futuro, l'Europa delle Regioni», ha detto il primo. E poi, ha aggiunto il secondo, «abbiamo in comune una grande sfiducia nel Governo Monti». La sintonia è poi nella forma: meno peso ai partiti e più alle liste civiche, come appunto 3L e quella che sosterrà Maroni governatore pronta per essere presentata entro martedì. Questo schema è stato preparato negli ultimi mesi. Tremonti è rimasto sempre di casa, in via Bellerio. L'alleanza gli servirà a rivendicare un diverso approccio ai problemi della crisi rispetto a quello dei tecnici che gli sono succeduti: «Per tre anni, ai miei tempi, lo spread era a 113, un terzo del livello attuale». Per Maroni, invece, la sponda dell'ex ministro del rigore può essere utile al suo disegno (subordinato alla vittoria proprio in Lombardia) di una Lega ritirata al Nord nel ruolo di «sindacato del territorio» che tratta con Roma. Tanto da «dimenticare» i tempi in cui Tremonti era il nemico dei sindaci: «Penso che oggi lo rimpiangano...». Dunque Tremonti rappresentante della Lega a Roma? «Tutto può essere, lui - ha risposto Maroni - ha l'ambizione di raccogliere consensi in tutte le Regioni d'Italia, a me interessa che sottoscriva il nostro progetto di euroregione del Nord, che trattenga il 75% del gettito fiscale». Quanto a un Tremonti candidato premier, «ne parleremo». Il convitato di pietra resta il Pdl, cioè l'altro pezzo di centrodestra che ancora non ha deciso che tipo di alleanze fare. A partire dalla Lombardia, dove Roberto Formigoni continua a sponsorizzare Gabriele Albertini e non Maroni. «Il Pdl? È uno, nessuno, centomila», ha detto l'ex ministro dell'Interno, che dopo aver scomodato il Godot di Beckett ha adottato Pirandello. «Il tempo per decidere - ha aggiunto - sta per scadere. Fra una settimana si chiudono i giochi: chi c'è, bene, chi non c'è peggio per lui».

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